Pensava di averla fatta franca dopo la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Trapani. E, invece, sarà processato per aver gettato, l'estate scorsa, Mia a mare dopo averle legato una corda attorno al collo. La cagnetta riuscì a salvarsi miracolosamente.
A quella richiesta, infatti, si è opposto Enrico Rizzi, presidente nazionale del Noita, e il Gip del tribunale Emanuele Cersosimo gli ha dato ragione, disponendo l'imputazione coatta per il reato di maltrattamenti. Dopo la denuncia di Rizzi, Mia venne affidata al leader animalista tramite il sequestro probatorio. Dopo un anno, terminate le indagini, il colpo di scena: la Procura ha chiesto al Gip l'archiviazione del caso e la restituzione dell'animale a chi l'aveva gettato in acqua. Una decisione che ha suscitato la presa di posizione del responsabile del Noita che tramite il proprio ufficio legale ha impugnato subito la richiesta e Cersosimo gli ha dato ragione.
"Sono contento della decisione del GIP che ha accolto la mia opposizione. - dice Rizzi- Di contro però rimango letteralmente amareggiato nel vedere come gravissimi episodi di violenza sugli animali vengano strumentalizzati dalla politica. E faccio riferimento ai due Ministri della Repubblica Italiana, Sergio Costa e Alfonso Bonafede, che esattamente un anno fa presero una dura posizione sull'accaduto, promettendo da una parte pene più severe per chi maltratta gli animali e dell'altra l'impegno a seguire il processo affinchè il responsabile venisse assicurato alla Giustizia. Ebbene, - prosegue l'animalista - non hanno fatto nulla. A distanza di un anno non c'è alcuna legge a tutela degli animali per mandare questa gente in galera, ne si sono interessati del processo. Se non fosse stato per me e per altri colleghi animalisti che abbiamo seguito gli sviluppi giudiziari, quel cane probabilmente sarebbe stato restituito al proprietario. Il Ministro Costa è venuto a trovare Mia pochi giorni dopo il suo sequestro e poi si è totalmente disinteressato, nonostante abbia, lo ribadisco, detto di voler seguire il processo". Infine, una richiesta: "Lo invito a rimuovere la foto del cane MIA dalla sua pagina di facebook visto che si è totalmente disinteressato della sua sorte, assieme al collega Bonafede. In Tribunale loro non c'erano".