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12/07/2019 06:00:00

Università, è uscita la classifica Censis. E gli atenei siciliani vanno malissimo

 E’ uscito il rapporto Censis sulle università italiane, e non ci sono belle notizie per gli atenei siciliani.


Le università dell’isola vanno male e si piazzano agli ultimi posti in classifica,
con punteggi al di sotto della media nazionale. Messina e Palermo sono in fondo nella classifica tra gli atenei di grandi dimensioni, quelli tra i 20mila e i 40 mila studenti, esattamente dodicesimo e tredicesimo posto. Catania è addirittura penultima, supera solo il Federico II di Napoli, tra i mega atenei con più di 40 mila iscritti.


La classifica delle università 2019-2020 stilata dal Censis non dà quindi buone notizie per la Sicilia. Ovviamente c’è un divario enorme tra Nord e Sud. Gli atenei del Nord dominano le classifiche. Quella più importante sui mega atenei vede Bologna, Padova e Firenze in vetta, e un Sud fanalino di coda con Bari, Catania e Napoli, in ordine, nelle ultime tre posizioni della classifica.


Il rapporto prende in esame alcune variabili:
strutture disponibili, servizi erogati, borse di studio, livello di internazionalizzazione, occupabilità e comunicazione. E da quest'anno introdotti il grado di soddisfazione per i servizi e la «carriera alias», strumento Lgbt-friendly per agevolare le persone in transizione di genere.
Il Censis ha pubblicato anche i dati sulle immatricolazioni.
Nell’ultimo anno accademico di cui si hanno i dati, 2017-2018, c’è stato un aumento, anche se non esagerato, degli immatricolati. Si è registrato infatti un +1,3% a livello nazionale, con circa 4 mila nuovi iscritti.
Sui dati non proprio gratificanti per gli atenei siciliani è arrivato anche il commento dell’assessore regionale alla Formazione Roberto Lagalla, che fu rettore l’Università di Palermo.

“A proposito del nostro sistema universitario, credo che, di fronte all’ostinata evidenza dei numeri e dei risultati, non serva alimentare polemiche o tentare giustificazioni non richieste.
Sta di fatto che il Mezzogiorno è, ormai da anni, punto di fuga del capitale umano e che, nonostante la volenterosa e qualificata attività del nostro sistema universitario regionale, i dati che riguardano gli Atenei siciliani, in particolare #Palermo, appaiono penalizzanti rispetto all’impegno generosamente profuso dalle nostre comunità accademiche.
Resta, comunque, prioritario continuare a lavorare sull’innovazione e sulla internazionalizzazione dei nostri Atenei, garantendo il diritto allo studio ed incrementando le possibili prospettive occupazionali.
Da parte sua, il Governo Musumeci è impegnato in questa direzione, sostenendo il sistema universitario regionale e collaborando operosamente con esso”.


Ecco nel dettaglio i dati di ogni classifica.

Tra i mega atenei statali (con oltre 40.000 iscritti) mantiene la prima posizione in graduatoria l’Università di Bologna, con un punteggio complessivo pari a 90,8. Segue, come l’anno scorso, l’Università di Padova, con un punteggio pari a 88,7. Al terzo posto l’Università di Firenze, che, pur incrementando di 3 punti l’indicatore relativo alla dotazione di strutture per gli studenti, scende di una posizione (con un punteggio complessivo di 86,3). La Sapienza di Roma è stabile al quarto posto, con un punteggio pari a 84,3, inseguita dall’Università di Torino (83,0), che sale dal settimo al quinto posto in classifica, superando Pisa (82,5), che retrocede al sesto, perdendo così una posizione. Ultima tra i mega atenei statali è l’Università di Napoli Federico II, preceduta dall’Università di Catania. L’Università di Bari si colloca in terzultima posizione, sostituendo la Statale di Milano, che guadagna una posizione.

 

L’Università di Perugia è ancora al vertice della classifica dei grandi atenei statali (da 20.000 a 40.000 iscritti), ottenendo un punteggio complessivo di 91,2 che incorpora, da un lato, il decremento di 3 punti nell’indicatore relativo ai servizi per gli studenti e, dall’altro, un incremento di 3 punti per le strutture per gli studenti e di 5 punti nell’internazionalizzazione. Con 90,2 punti tiene la seconda posizione l’Università della Calabria, che, mantenendo stabili gli altri indicatori, vede salire di 4 e 3 punti quelli relativi alle strutture per gli studenti e all’internazionalizzazione. Mantengono la terza e la quarta posizione le Università di Parma e di Pavia, con un punteggio complessivo rispettivamente di 89,7 e di 88,0. Al quinto posto quest’anno si afferma l’Università di Modena e Reggio Emilia (87,3), che rimpiazza l’Università di Cagliari, scivolata in nona posizione (83,5), soprattutto a causa della perdita di 13 punti per borse di studio e altri interventi in favore degli studenti e di 5 punti nell’internazionalizzazione. Segue al sesto posto l’Università di Salerno, che guadagna 8 posizioni grazie agli apprezzabili incrementi dei punteggi per borse di studio e altri interventi in favore degli studenti, strutture, comunicazione e servizi digitali. Penultima tra i grandi atenei è l’Università di Roma Tre (79,0 punti). Chiudono la classifica, con il punteggio ex aequo di 75,5, le Università della Campania e di Chieti e Pescara.

 

È l’Università di Trento quest’anno a guidare la classifica dei medi atenei statali (da 10.000 a 20.000 iscritti), con un punteggio complessivo pari a 97,0. Con un incremento di 9 e 7 punti rispettivamente negli indicatori relativi alle strutture per gli studenti e all’internazionalizzazione, l’ateneo guadagna due posizioni rispetto allo scorso anno e rimpiazza l’Università di Siena, che passa al secondo posto con 95,3 punti. La terza posizione in classifica è condivisa dagli atenei friulani: l’Università di Trieste e l’Università di Udine ottengono lo stesso punteggio pari a 91,2. Sono entrambe in ascesa, provenendo dalla quarta (Trieste) e dalla nona posizione (Udine): borse di studio, strutture per gli studenti, comunicazione e servizi digitali sono per ciascuno dei due atenei gli indicatori che, con diversa intensità, hanno agevolato la loro scalata della classifica. Scende invece dalla seconda alla quinta posizione l’Università di Sassari, penalizzata in particolare dalla perdita di 12 punti nell’indicatore sulla internazionalizzazione. Chiudono il ranking, rispettivamente all’ultimo, penultimo e terzultimo posto, l’Università di Napoli L’Orientale, l’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro e l’Università di Napoli Parthenope. Nella classifica dei piccoli atenei statali (fino a 10.000 iscritti) primeggia anche quest’anno l’Università di Camerino, con un punteggio complessivo pari a 93,0. Anche la seconda e la terza posizione restano invariate rispetto alla precedente annualità. Al secondo posto della classifica si ritrova, infatti, l’Università di Foggia, con un punteggio pari a 82,2, incalzata, in terza posizione, dall’Università di Cassino, che totalizza 82,0 punti. La quarta e la quinta posizione sono occupate quest’anno dalle Università della Basilicata e dell’Insubria che, con incrementi distribuiti nella gran parte degli indicatori, riescono a conseguire i punteggi complessivi di 81,3 e 80,5, risalendo ciascuna di due posizioni nella classifica. La penultima e l’ultima posizione sono occupate rispettivamente dall’Università del Sannio e dall’Università del Molise.

La speciale classifica dei Politecnici, guidata anche quest’anno dal Politecnico di Milano (con un punteggio di 95,8), vede al secondo posto il Politecnico di Torino (91,5), che fa retrocedere in terza posizione lo Iuav di Venezia, seguito dal Politecnico di Bari, che chiude la classifica. Stabile nelle diverse classi dimensionali è, infine, la classifica degli atenei non statali. Tra i grandi atenei (oltre 10.000 iscritti) è in prima posizione anche quest’anno l’Università Bocconi (96,8), seguita dall’Università Cattolica (87,4). Tra i medi (da 5.000 a 10.000 iscritti) è quest’anno la Lumsa a collocarsi in prima posizione, con un punteggio pari a 90,0, seguita con un distacco minimo dalla Luiss (89,8), mentre lo Iulm continua a collocarsi al terzo posto (83,0). Tra i piccoli (fino a 5.000 iscritti), più numerosi, la Libera Università di Bolzano continua a occupare il vertice della classifica (con un punteggio di 102,4), seguita in seconda posizione dalla Liuc-Università Cattaneo (91,0) e dall’Università di Roma Europea (83,6), che passa dalla ottava posizione dello scorso anno alla terza. Chiudono la graduatoria l’Università Lum Jean Monnet, in ultima posizione, preceduta dall’Università della Valle d’Aosta.