Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
16/07/2019 08:32:00

Petrosino, muro si abbatte su un muratore. In tre decidono di patteggiare la pena

 Un grave incidente sul lavoro (muratore rimasto schiacciato sotto il muro che stava demolendo e rimasto vivo per miracolo) è sfociato in un processo a tre persone che adesso, davanti al giudice monocratico Matteo Giacalone, hanno chiesto di patteggiare la pena.

Le accuse sono lesioni personali colpose aggravate e mancato rispetto delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. L’incidente è quello che il 25 novembre 2016, a Petrosino, ha visto gravemente ferito un muratore: Vito Giuseppe Salvatore Spedale, che oggi ha 58 anni.

Gli crollò addosso un muro “portante” interno di un’abitazione privata in via “Chianu Scala” dove erano in corso lavori di ristrutturazione. L’operaio venne trasportato al Pronto soccorso dell’ospedale di Marsala, dove i medici gli riscontrarono “politrauma” con frattura del bacino e della mandibola.

La prognosi di guarigione fu di 40 giorni. Ma poteva finire molto peggio. I medici marsalesi ne disposero il trasferimento al reparto Rianimazione dell’Ospedale Civico di Palermo.

Sul grave incidente sul lavoro avviarono subito indagini i carabinieri della locale stazione. Sul posto arrivarono anche funzionari dell’ufficio sicurezza sul lavoro dell’Asp. Sotto processo finirono, quindi, i proprietari dell’abitazione, Vito Giuseppe Spedale, di 67 anni, e la moglie, Caterina Licari, di 63, nonché l’imprenditore edile Angelo Marino, datore di lavoro del muratore rimasto schiacciato sotto i tufi. A tutti, nell’atto d’accusa della Procura, si contesta “negligenza, imprudenza e inosservanza della normativa in materia di infortuni sul lavoro”. A Marino, in particolare, una serie di omissioni relative alla legge sulla sicurezza sui luoghi di lavoro. Subito dopo il grave incidente, emerse, inoltre, anche che il muratore ferito era un dipendere non messo in regola. Nel processo, il muratore si è costituito parte civile. Ad assisterlo è l’avvocato Ignazio Bilardello. Legale dei tre imputati è, invece, Concetta Inglese, impegnata nella difficile quantificazione delle pene da patteggiare, dato che di recente è intervenuta la Cassazione rideterminando i calcoli da fare. Ed è per questo che anche il giudice Giacalone ha disposto un breve rinvio di 48 ore.