Di cosa parliamo: Il caso di Piera Aiello, testimone di giustizia contro la mafia, eletta alla Camera con il M5S il 4 marzo 2018 nel collegio uninominale di Marsala. Il problema è che Piera Aiello non si chiama più così da vent’anni, quando fu sottoposta al programma di protezione testimoni. Il nuovo nome non può essere rivelato per ragioni di sicurezza. In campagna elettorale non si era mai mostrata, nemmeno in fotografia. Eppure è stata eletta con il nome Piera Aiello. Così un ricorso contro la sua elezione è stato presentato dalla candidata sconfitta e un’indagine per falso è stata aperta al tribunale di Sciacca intorno all’ipotesi che non possa esistere un certificato elettorale (necessario alla candidatura) di una signora che non esiste. A ottobre la Giunta per le elezioni della Camera dovrà decidere se farla decadere o meno.
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Rimane ancora indagata Piera Aiello, la deputata di Partanna eletta con il partito dei Cinque Stelle alle ultime elezioni politiche. Come ha rivelato un'inchiesta di Tp24.it, Aiello si è candidata sulla base di un certificato elettorale che non poteva avere, perchè la signora è sottoposta ad un programma di protezione, ha un'altra identità, e non poteva candidarsi con quel nome.
Invece lei lo ha fatto, ottenendo, come abbiamo raccontato, un certificato dall'ufficio elettorale di Partanna, sulla base, a sua volta, di un certificato di residenza falso, che la dichiara come residente in un'abitazione che non è sua.
Un vero pasticcio. Ma la cosa ancora più grave è che Piera Aiello, indagata per falso dalla Procura di Sciacca, non ha ritenuto di dover comunicare nulla al suo partito e agli elettori fino a quando questa testata non ha reso pubblica la vicenda.
La stessa Procura di Sciacca ha chiesto per lei l'archiviazione, perchè ritiene che il certificato sia falso, ma che, in qualche modo, Aiello non avesse piena coscienza di quello che stava combinando.
La verità su questa vicenda la sa l'ex mentore - socio di Piera Aiello, l'avvocato di Marsala, Peppe Gandolfo, anche lui del partito dei Cinque Stelle che però, stranamente, in questa vicenda non è stato mai ascoltato.
Eppure è stato lui a confezionare la candidatura di Aiello, che è stata anche presidente della famosa associazione antiracket di Marsala, diventata un caso nazionale dopo le denunce di Tp24 e un servizio delle Iene.
Qualche giorno fa si è tenuta a Sciacca l'udienza per l'opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dal Pm. Il giudice, ascoltate le parti, ha rinviato tutto al 28 Ottobre, prossimo.
Uno smacco, per Aiello, che credeva di uscire, almeno dal punto di vista strettamente giudiziario, fuori dalla scottante vicenda prima dell'estate. Il fatto è che si tratta di un caso inedito: il falso è certo, bisogna capire quanto Aiello avesse consapevolezza di quello che andava combinando.
Il fatto è che però, carte alla mano, quando c'è stato il voto, il 4 Marzo del 2018, Piera Aiello non aveva il diritto ad essere eletta con quel nome, perché non aveva il certificato elettorale.
Lo dimostra questa nota, inviata dal Comune di Partanna, il 19 Febbraio 2018, quando la mossa di Gandolfo e Aiello viene scoperta. Il Comune scrive a Piera Aiello per dirle che il suo nome è stato cancellato dalla lista elettorale e la futura deputata viene intimata a consegnare il certificato elettorale ottenuto in maniera illegale.
Ma ancora più importante è un documento successivo alle elezioni politiche, del 6 Marzo. E' una nota inviata al funzionario del Comune, Rosario Sanfilippo, indagato per falso anche lui. Il Sindaco di Partanna, Nicola Catania, scrive una nota "riservata". Ha per oggetto "Sig.ra Piera Aiello, testimone di giustizia non più sottoposta allo speciale programma di protezione". E' una diffida, all'impiegato comunale che aveva rilasciato il certificato irregolare che aveva permesso la candidatura di Aiello: "Si diffida ad astenersi dal rilascio della tessera elettorale e di ogni altro documento amministrativo e/o di riconoscimento alla signora in oggetto indicata". Il problema è che il danno è stato ormai fatto: senza alcun titolo valido, la signora si è candidata alle elezioni ed è stata eletta. Con zero certificati in regola. Magari è questo il "mandato zero" che intende Di Maio ...
La domanda è: perchè Aiello non ha comunicato nulla ai vertici del partito dei Cinque Stelle? Perchè ha nascosto questa importante notizia che invalidava la sua candidatura? Se Tp24 non avesse tirato fuori la storia, lo avrebbe mai detto?
L'eventuale archiviazione, poi, viaggia su un binario parallelo rispetto alla questione sull'eventuale ineleggibilità di Aiello, che arriverà alla Giunta per le Elezioni della Camera dei Deputati ad Ottobre. Le carte sono già state depositate.
Qui sotto il video delle Iene che tratta dello scandalo dell'Associazione Antiracket di Marsala, il cui legale è l'avvocato Peppe Gandolfo, e che fino a poco tempo fa era presieduta proprio dalla parlamentare pentastellata Piera Aiello: