L'adolescenza è una “stagione della vita”, luogo del contrasto e del contrario, periodo dell'età evolutiva nel quale si concentrano gli snodi più significativi dell'esperienza umana; è una fase costruttiva contrassegnata dal bisogno di darsi coerenza, unità e senso di sé. L'adolescenza è un momento o una fase dello sviluppo che si caratterizza come cambiamento da una posizione psicologica a un'altra, con conseguente allargamento dello spazio di vita dal punto di vista geografico, sociale e temporale e minore strutturazione della persona sul piano cognitivo. Per definizione, l'adolescente è “chi non è più ma non è ancora”, il passaggio incontra momenti di turbolenze e stagnazioni, di cambiamenti fisici, nei quali la percezione di sé è segnata dalla velocità della trasformazione e dalla disarmonia. In questo periodo del ciclo di vita avvengono processi specifici di trasformazione che investono la dimensione mentale e corporea, così come le relazioni con gli altri e con il mondo.
La parola adolescenza deriva dal latino “adolescentia”, con cui nell'antica Roma si indicava il periodo di vita intermedio, compreso tra “pueritia” (infanzia) e la “iuventus” (giovinezza), cioè tra i diciassette e i trent'anni. Etimologicamente l'origine è il verbo “adolescere”, che significa “crescere”, e il cui participio è “adultum”. Il verbo adolescere, a sua volta, è formato dal rafforzativo “ad” e dal verbo “alescere” (cominciare a crescere, svilupparsi).
Un altro termine spesso utilizzato in associazione a questa fase di transizione è pubertà, che deriva dal latino “pubertas”, cioè processo di trasformazione in individuo adulto; il riferimento dell'etimo è alle caratteristiche della maturazione fisica e in particolare alle modificazioni dell'apparato sessuale (pubes = pube). Tuttavia la concezione moderna di adolescenza nasce durante la rivoluzione francese, che concorre a modificare il modo di nominare, definire, distinguere le persone in base al loro stato sociale e promuove, per esempio, la distinzione in base al genere e all'età.
L'adolescenza appare un fenomeno culturale i cui limiti sono, come mai prima, dilatati e non definibili precisamente, coincidendo con credenze e proiezioni su un periodo della vita nel quale si concentrerebbero le crisi inerenti il processo di integrazione e le continue modificazioni biologiche che porteranno all'autonomia e alla definizione della propria identità. La pubertà potrebbe essere collocata cronologicamente tra i 15 e i 30 anni circa.
L'inizio dell'adolescenza viene indicato intorno ai 10-11 anni e il suo termine intorno i 18 anni. La maturazione che contraddistingue la fase dell'adolescenza e che riguarda i diversi ambiti della vita è però un processo che dura per l'intero arco della vita e non si esaurisce con il suo termine cronologico. A partire dalla preadolescenza cominciano a venir meno le certezze relative al proprio corpo e il soggetto è spinto a ricercarne e sperimentarne di nuove, facendo leva sia sulle trasformazioni anatomiche che fisiche, sia sulle attese sociali rispetto all'identità corporea riconosciuta come standard. I cambiamenti legati alla pubertà e all'insorgenza della maturità sessuale, portano inevitabilmente l'individuo a mettere in discussione l'immagine corporea costruita precedentemente dal bambino. Si deve tenere presente che il processo di sviluppo psicosomatico può variare considerevolmente da soggetto a soggetto, per cui in adolescenza si possono avere gradi di maturazione e di sviluppo psicofisico anche molto differenti in individui di pari età cronologica. Si è soliti distinguere tra prima adolescenza, tra i 13 e i 15 anni, e seconda adolescenza, dai 16 anni fin verso la fine della pubertà, attorno ai 18-20 anni, anche se risulta pressoché impossibile un'indicazione anagrafica precisa, a causa delle differenze individuali, legate a fattori strettamente biologici e di appartenenza di genere e delle caratteristiche della società.
Le teorizzazioni sullo sviluppo psicofisico in adolescenza, benché numerose, sembrano in maniera unanime riconoscere che le parti del corpo che si modificano maggiormente sono i tessuti, le ossa e i muscoli, che determinano un aumento di altezza e peso, ossia degli indici corporei. I tessuti si sviluppano in seguito alla crescita cellulare, neuronale, del sistema linfatico, degli apparati e degli organi. Lo sviluppo osseo e muscolare non avviene, invece, in modo uniforme: la testa, le mani e i piedi tendono a crescere più velocemente, dando, talvolta, l'impressione di disarmonia e goffaggine al corpo. I mutamenti fisici riguardano, oltre allo sviluppo corporeo, anche quello sessuale (sviluppo caratteristiche sessuali primarie e secondarie) e quello endocrino (produzione di ormoni quali testosterone ed estrogeni).
Maschi e femmine nel periodo dell'adolescenza assumono tratti fortemente distintivi a livello fisico e biologico che determinano anche differenze temporali di maturazione e di acquisizione di consapevolezza nei confronti della propria idea di genere e di tutto quello che essa comporta. L'esplosione della crescita e la maturazione del sistema riproduttivo seguono una determinata sequenza per gli appartenenti ai due generi; le femmine risultano più precoci in entrambi gli ambiti. Gli adolescenti appaiono spesso preoccupati per i cambiamenti fisici in atto: le ragazze valutano in modo genericamente positivo i mutamenti congruenti con gli standard culturali, i maschi dimostrano particolare attenzione per quelle caratteristiche che possono influire sulla loro mascolinità (aumento della massa muscolare e dell'altezza); è questa la fase nella quale l'individuo comincia a subire le modifiche somatiche e psicologiche e a perdere le caratteristiche tipiche dell'infanzia.
Far coincidere questa fase della vita con un lasso di tempo stabilito aprioristicamente risulta difficile, per varie considerazioni:
• lo sviluppo psicologico-emozionale non procede sempre di pari passo con lo sviluppo fisico;
• le società occidentalizzate stanno provocando un ritardo sempre maggiore dello sviluppo psicologico, mentre in altre parti del mondo, per esempio nel centro Africa, sembra che si verifichi la tendenza opposta, cioè che venga facilitato il passaggio all'età adulta, soprattutto sotto l'aspetto dell'assunzione di responsabilità e di indipendenza, attraverso quelli che vengono definiti “riti iniziatici”;
• i limiti di età sono diversi tra persone di genere diverso;
• quanto più tardivo sarà lo sviluppo puberale, tanto più tardiva la fine dell'adolescenza;
• alcuni tratti psicologici considerati tipici dell'adolescenza, permangono anche oltre la prima giovinezza per certi individui.
Gli importanti mutamenti fisici mettono l'adolescente nella condizione di effettuare un nuovo auto-riconoscimento che deve fare i conti anche con il suo mondo interiore, cercando di dargli un significato e stabilire un confronto con il punto di vista che l’altro ha su di lui. Per rispondere alla domanda “chi sono io?” si devono, a maggior ragione in questa fase, tener presenti due registri dell'identità personale: “come mi sento e che cosa sento dentro di me” (sensazioni, emozioni, ecc.) e “come sono visto da fuori” (quale immagine ha l'altro di me). I cambiamenti possono essere percepiti come deformanti e l'adolescente, spesso, tende a sentirsi inadeguato; l'adolescenza è imparare il limite ed abituarsi al corpo che si è. Non ci sono fasi da superare, ma elementi interni che maturano in sequenza e sono compresenti in interazione continua, e ciò che matura non è l'equilibrio definitivo della persona, ma la capacità di cambiare senza frantumarsi, acquisendo quindi una propria coerenza e unità.
Sono rintracciabili due livelli nel fenomeno dell'adolescenza: quello biologico e quello culturale, ai quali potrebbe esserne aggiunto un terzo, corrispondente al livello del soggetto. Il livello biologico, rappresentato dall'emergere dell'intensa pulsione sessuale in questo momento, si presenta in un “involucro”, il corpo, che ha la possibilità di concretizzarla con qualcuno al nucleo familiare. Il livello culturale, rappresentato da tutte le caratteristiche psicologiche e sociali, da tutte le immagini che la società fornisce a un individuo per identificarsi e che cambiano col succedersi delle epoche storiche, incarna i valori, i ruoli, i modelli sociali riconosciuti dalla collettività. Il livello del soggetto e del raggiungimento dell'identità, si riferisce a un processo che include quella serie di ruoli e funzioni tramite cui si entra nel mondo con specifiche caratteristiche che preesistono al nostro stesso “esserci”, quali l'essere maschio o femmina. Si tratta quindi della soggettività dell'individuo in continuità con il periodo precedente (a questo livello si tratta di quel figlio specifico in quella famiglia specifica, in quel luogo, con tutte le determinanti del caso).
Anche nel rapporto con il corpo gli adolescenti rivelano squilibri: i ragazzi non parlano spontaneamente del proprio corpo, ma è quest'ultimo che parla per loro e di loro, rivelando una continua oscillazione tra l'esibizionismo e il pudore, provocazione e resistenza, segno di rapporto ambivalente che gli stessi intrattengono col proprio corpo. La mente adolescente non è in conflitto, o non sempre, con il corpo. Normalmente costruisce un'immagine della nuova corporeità e cerca di fornirle un “copione” da interpretare nelle relazioni affettive, sessuali e sociali. Talvolta può accadere che non riesca a simbolizzare né il nuovo corpo, né le sue esigenze ed è qui che la mente adolescente entra in uno stato di forte sofferenza e si innescano tensioni insostenibili che possono portare al conflitto con la corporeità, sfociando in condotte ad alto rischio per la propria incolumità. Un aspetto importante dello sviluppo psicologico e delle relazioni interpersonali durante l'adolescenza è rappresentato dall'immagine corporea posseduta: diversi studi epidemiologici hanno analizzato gli aspetti dell'immagine corporea e della sua evoluzione durante la fase adolescenziale. Da questi studi è emerso che la maggior parte delle adolescenti femmine è insoddisfatta di almeno due parti del proprio corpo, che solitamente coincidono con quelle zone dove è maggiormente localizzato il tessuto adiposo (fianchi, addome, cosce, glutei) e di queste il 20-60% si sottopone a una dieta. Nel periodo della pubertà nella maggior parte dei casi le ragazze tendono ad aumentare di peso e ad allontanarsi così dall'ideale dominante del corpo. Alcuni studi longitudinali hanno messo in evidenza che la soddisfazione per le diverse parti del corpo e per il proprio aspetto fisico nelle ragazze caucasiche declina, in maniera significativa dopo i 12-15 anni.
La percezione che l'adolescente ha del proprio corpo e il livello di soddisfazione/insoddisfazione nei confronti di questo, sono quindi influenzai dal peso, dall'altezza (e dal conseguente indice di massa corporea), dal genere e dallo sviluppo puberale. Durante l'adolescenza il corpo è come se si risvegliasse e giocasse un ruolo di primo piano ed è centrale rispetto alla maggior parte dei conflitti dell'adolescente: viene messa in discussione l'immagine di se che il bambino aveva potuto costruire fino a questo momento. La maturazione sessuale comporta la comparsa dei caratteri sessuali secondari e delle funzioni sessuali proprie dell'adulto, si attivano i sistemi ormonali e si verifica un forte incremento dell'accrescimento.
Ciò detto, risulta comprensibile come una delle caratteristiche distintive dell'adolescente sia quella di servirsi del corpo o delle condotte somatiche, che diventano un mezzo di pressione sull'ambiente, come forma di espressione delle sue difficoltà, ma anche come mezzo di relazione. Sono proprio il gruppo di pari, i genitori, i mass media e il contesto sociale gli altri fattori che incidono sulla percezione del proprio corpo e sul grado di soddisfazione nei confronti di quest'ultimo. Anche il momento di inizio dello sviluppo puberale può incidere sulla percezione degli adolescenti, sul loro livello di soddisfazione e sul loro adattamento.
I disturbi incentrati sul corpo, quali i disturbi del comportamento alimentare quindi non sono altro che il risultato della manifestazione di un disagio attraverso i bisogni fisiologici. Le condotte incentrate sul corpo che si manifestano nell'adolescenza sembrano avere come principale caratteristica quella di mettere in discussione la definizione di un corpo sessuato: l'adolescente usa il suo corpo e i bisogni fisiologici ad esso legati, come per esempio quelli alimentari, per mantenere a distanza la sessualità, negando la crescita. In questi casi il corpo, e l'attenzione per come appare, diventano centro di ossessioni e di controllo eccessivo. La centralità del corpo in adolescenza è sempre più dimostrata dall'uso che l'adolescente ne fa per esprimersi socialmente, per elaborare la propria identità di genere, per comunicare agli altri i valori. Il corpo diventa quindi un mezzo attraverso il quale esprimere i contenuti profondi della propria mente. Contemporaneamente, il suo uso sociale e comunicativo serve alla costruzione graduale della propria immagine mentale, utilizzata da base di appoggio alla propria identità di genere.
Dott. Angelo Tummarello
Pediatra di famiglia
Consigliere provinciale Federazione Italiana Medici Pediatri
Ricercatore e divulgatore scientifico
Marsala
Cell.360409851
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