L'arma utilizzata per il dulice delitto di Ucria nel messinese, una pistola calibro 7,65, con matricola abrasa, apparteneva ad una delle due vittime Antonino Contiguglia, 62 anni e il nipote Fabrizio Contiguglia, di 27, uccisi nella sparatoria a seguito di una banalissima lite per un parcheggio. E' ancora ricoverato ma fuori pericolo anche Salvatore Contiguglia, parente delle due vittime.
Intanto resta in carcere Salvatore Russo, in attesa della decisione del Gip. Il ventinovenne di Paternò fermato e ristretto nel carcere di Barcellona invoca la legittima difesa. Il giudice per le indagini preliminari deciderà entro lunedì sulla convalida.
La Procura di Patti ha iscritto nel registro degli indagati Daniele Balsamo, 39 anni, residente a Forlì, cognato di Russo, attualmente a piede libero. Ma il numero degli indagati è, però, destinato a salire. Il procuratore capo Cavallo preferisce, al momento, mantenere il massimo riserbo.
«Si è trattato di un ferragosto di sangue e follia, avvenuto in un piccolo paese per una motivazione assurda, come l'utilizzo di un parcheggio. Abbiamo chiesto la convalida del fermo di Salvatore Russo, 29 anni. Continueremo tuttavia nelle prossime ore accertamenti balistici - le parole del procuratore di Patti, Angelo Cavallo - di altro tipo perché ancora non è completamente chiara la dinamica dell'omicidio e non abbiamo altri testimoni oltre a Russo e al cognato, che divideva con lui la casa nel piccolo centro montano. E quindi dobbiamo verificare alcune informazioni».