Oltre alle difficili condizioni di lavoro e al numero esiguo di poliziotti all'interno del carcere "Pietro Cerulli" di Trapani, visitato nei giorni scorsi da una delegazione dell'Uilpa, con in testa il segretario regionale Gioacchino Veneziano, c'è anche una vera questione d'illegalita nell'impiego delle donne poliziotte che svolgono servizio nelle sezioni dove sono reclusi detenuti maschi.
Fatto che tra l'altro è vietato dalla legge e confermato da circolari del ministero. A denunciare ciò che accade all'interno del carcere con una nota indirizzata al direttore Teresa Monachino, è lo stesso Veneziano che sottolinea come le donne poliziotte si trovino a lavorare in aree con 200 detenuti, o in alcuni casi dove passano addirittura 400 detenuti, si ritrovano a controllare le zone del carcere nei pressi dei bagni. Insomma, una situazione che Veneziano denuncia come incresciosa e insostenibile. Qui la nota, con la quale il sindacalista chiede di porre fine a questa illegalità:
"Egregio Direttore, registriamo ancora una volta atti discutibili, presso la Casa Circondariale Pietro CERULLI di Trapani, violanti
norme generali e pattizie che danno luogo a situazioni davvero incredibili. Ci riferiamo, in particolare, alla questione dell’impiego illegale del personale di Polizia femminile all’interno delle sezioni ove sono reclusi detenuti di sesso maschile: tale impiego di personale è vietato, come noto, dalla L. 395/1990 (divieto ribadito da successive circolari ministeriali concernenti il tema).
Nel passato quanto è stato sollevato il problema, in un apposito incontro di esame congiunto, si è proceduto a consegnare al Direttore dell'Istituto trapanese (di allora...ndr) e al Comandante di reparto una risposta del PRAP Sicilia ad un quesito riferito ad una questione analoga accaduta in un altro Istituto della Sicilia: ovviamente, la risposta del Provveditore integrata addirittura da una nota ministeriale della Direzione Generale del Personale del Personale, era chiara, nettamente contraria all'impiego in sezioni ove sono reclusi detenuti di sesso maschile delle Unità femminili di Polizia Penitenziaria.
Da quasi una settimana ci troviamo ad affrontare la stessa problematica, anzi aggravata dal fatto che le donne poliziotte sono state impiegate all’interno dei cortili passeggi del reparto Adriatico, (quindi in piena zona detentiva maschile) e in questi ambienti vi sono pure i bagni, ragion per cui a quanto dato sapere nel controllo visivo si sono verificate situazione incresciose.
Stendiamo un velo pietoso quando abbiamo saputo che una collega è stata mandata a controllare i passeggi sempre dello stesso reparto maschile, nel “casotto di legno” (che non è altro il locale vendite birre e gelati del lido balneare, genialmente installato dal passato direttore per controllare i passeggi maschili), sotto lo sguardo divertito dei detenuti maschi.
Inoltre in barba sempre alle disposizioni di legge, le donne poliziotte sono state perfino obbligate ad operare all’atrio del reparto “mediterraneo” con la presenza di oltre 200 detenuti maschi, ed in quel posto si registra il passaggio di circa 400 detenuti maschi, poiché si trova all’interno della sezione detentiva maschile, ed è il punto di smistamento di tutte le tre piani detentivi maschili.
Pertanto premesso la invitiamo a far cessare senza indugio siffate procedure illegali, dando le indicazione a chi gestiste il personale poiché le iniziative assunte si pongono in netta opposizione con ogni fonte normativa regolante l'impiego di personale di Polizia Penitenziaria, costituendo di per sé un "elemento che può esporre le poliziotte a condizioni operative di ulteriore pericolo, inasprendo la probabilità di tutela della loro sicurezza dentro l'ambiente di lavoro".