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07/09/2019 10:00:00

Il sessismo in politica, nuovo bersaglio il neo ministro dell'Agricoltura Teresa Bellanova

Come si può arginare il fenomeno del sessismo se gli insulti provengono dalla politica per poi propagarsi in ogni ambiente? E’ l’ora di Teresa Bellanova, ministro all’Agricoltura, criticata per i suoi studi (terza media), beffeggiata per il suo look il giorno del giuramento, insultata per l’aspetto fisico. Come se la qualità di una ministra dipendessero dalla lunghezza delle cosce, dalla taglia del reggiseno, dal tacco 12.
E’ un copione che abbiamo visto, che è trasversale, qualche settimana prima nel tritacarne ci è finita Giorgia Meloni, anni prima ancora le forziste. Tante altre donne meno note che ogni giorno, con coraggio, si fanno largo tra gli sguardi inopportuni quando dovrebbero essere di ammirazione.

Le donne in politica, e non solo, subiscono i peggiori insulti a cominciare da chi pensa che se sono lì è perché qualcuno le imbocca, qualcuno se le porta a letto, qualcuno le ha graziate. Le parole sono importanti, hanno sempre un senso.
La sfida è culturale, manca l’impegno corale educativo e il cambio di marcia netto. Una campagna che miri a formare le coscienze, ad educare alla gentilezza e all’affetto, all’autostima.

Contrastare gli steriopiti deve essere la priorità di una società civile che non può usare parole indegne.
La rivoluzione si fa dentro le scuole, ai parchi, in spiaggia purchè si dica alle bambine di non abbassare lo sguardo mai, di non temere il sesso opposto, si farsi largo con beltà e determinazione in politica come altrove, rendendosi libere di poter rappresentare un ruolo chiave nel proprio lavoro, nella sfera personale e sociale.

Né mute né incomprensibilmente silenti di fronte a chi le vorrebbe compiacenti, i pensieri vanno esternati per quelli che sono, senza timore del giudizio o dell’insulto, se arriva descrive non la donna ma la bocca che lo ha pronunciato. Le donne devono essere Primo Ministro della loro vita, le scelte si attuano e non si subiscono. Eppure ancora oggi poche sono le donne che hanno ruoli decisionali in politica o al vertice delle aziende. La diversità non può essere una discriminante ma un punto di forza, le donne sono empatiche, riescono ad avere migliori relazioni interpersonali, sono volatili, fantasiose, sensibili e lungimiranti. Eppure in politica troppo spesso vengono usate come toppe, in questo governo rossogiallo, nato da appena due giorni, le ministre indicate hanno una competenza di peso e sono in ruoli chiave per la vita del Paese.
Così per l’Innovazione, l’Agricoltura, le Infrastrutture, la Famiglia, il Viminale. C’è chi vorrebbe le donne unicamente in salotto e in cucina, potrebbe andare pure bene se lo decidono liberamente. E poi, diciamolo, quando vogliono gli uomini cucinano pure meglio. E’ la breccia della libertà.

Rossana Titone