Ai vetri delle finestre dei fori di proiettile, come per creare uno squarcio tra la devastazione che c’è dentro, e la bellezza della Riserva delle Saline che lo circonda.
Dentro, il Residence Marino, è devastato.
Ci sono ancora pigiami sparsi nella camerata in cui dormivano gli ospiti. Ma è tutto messo sotto sopra. Quelli che erano gli uffici sono diventati degli ammassi di rottami e scartoffie. Le finestre sono state smontate, i sanitari asportati.
C’è un cartello, per terra, all’ingresso di quella che era la cappella. C’è scritto “Ingresso manifestazione ‘Regalami un sorriso’”. Ma qui, entrando nel Residence Marino viene da piangere.
Una struttura enorme, che sorge in un punto particolare della provincia di Trapani, nella punta estrema della Riserva delle Saline di Trapani e Paceco. Infatti fanno parte dell’Ipab Residence Marino anche 21 ettari di vasche per la raccolta del sale che circondano la struttura. Vasche che erano state affittate alla Sosalt dei d’Alì. Ma all’Ipab appartengono anche altri beni, come la Casa delle Fanciulle in via Orfane, sempre a Trapani. E’ una struttura enorme, con una storia importante, fatta di sussidiarietà, di accoglienza ma anche di tanti pasticci.
Negli anni 90 si chiamava “Ospizio Marino Sieri Pepoli” e vi venivano accolti i minori disagiati. Poi si è trasformato in casa di cura per anziani, e da un giorno all’altro, in piena emergenza immigrazione, è diventato un CAS, un centro di accoglienza straordinario. “Non è più possibile ospitare gli anziani, è antieconomico. E’ più vantaggioso accogliere gli immigrati”, disse il direttore dell’epoca. Un pensiero comune in quegli anni, siamo nel 2014, quando hotel, case per anziani, e altre strutture vengono trasformati in centri di accoglienza per richiedenti asilo. Ci sono tanti soldi che arrivano per chi gestisce questi centri. Fiuta l’affare anche la cooperativa Dimensione Uomo 2000, quella di Norino Fratello, per intenderci, l’ex deputato regionale, re delle cooperative arrestato lo scorso anno. Alla cooperativa spetta il compito di occuparsi dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati.
Nonostante questa boccata d’ossigeno il Residence comincia ad andare male, accumula debiti. E ad oggi i debiti accumulati, nei confronti del personale e dei fornitori, sono di circa 2.5 milioni di euro.
Proprio per la situazione finanziaria in cui si trova qualche anno fa la Regione Siciliana ha detto basta, bisogna chiudere le Ipab che vanno in perdita. Un decreto di estinzione firmato nel 2016 disponeva anche la devoluzione del patrimonio e l’assorbimento del personale del Residence Marino al Comune di Trapani. Un provvedimento che non piacque all’amministrazione trapanese, allora guidata da Vito Damiano, tant’è che presentò ricorso al Tar. Il tribunale amministrativo regionale aveva accolto il ricorso allungando l’agonia del Residence. Nel frattempo i debiti si accumulano, e i dipendenti vantano degli arretrati.
“Adesso la prima cosa da garantire è un futuro per il personale”, dice a Tp24 Franco Mannone, commissario straordinario del Residence dallo scorso giugno. Sono quattro i dipendenti, di cui uno prossimo alla pensione, e tutti inquadrati come dipendenti del pubblico impiego e facilmente trasferibili in qualsiasi ente pubblico, come il Comune. I dipendenti si trovano in una sorta di limbo. La Regione vuole cancellare l’ente, il Comune non vuole prenderli. I dipendenti hanno anche proposto di rinunciare agli stipendi arretrati, da ottobre 2018 a giugno 2019 per facilitare un passaggio al Comune che agevolerebbe tutti. La proposta è in fase di valutazione da parte del sindaco Giacomo Tranchida che può decidere se acquisire o meno i beni e accorpare i dipendenti. Beni che hanno un valore di circa 5 milioni di euro. Ma questo deve avvenire prima della pronuncia della Corte di Giustizia Amministrativa a cui è arrivato il ricorso alla decisione del Tar di annullare l’estinzione dell’Ipab.
Le soluzioni? Se il Cga dovesse dare seguito all’estinzione è probabile la vendita dei beni. E qui il WWF, che è gestore della riserva in cui ricade il Residence Marino, lancia l’allarme. Perchè in casi come questi gli speculatori sono sempre dietro l’angolo. E quella che era un’oasi di pace, nel mezzo della Riserva delle Saline di Trapani e Paceco, potrebbe finire in mani sbagliate. Il WWF promette di vigilare.
Nel frattempo dentro la struttura regna la desolazione, in pochi anni è stato distrutto tutto. Resta una sedia, che dà le spalle alle saline, a un panorama incantato, che ha una biodiversità da mantenere. Qui, al Residence Marino, si sentono gli spettri di una desolazione scritta da anni. Ora compiuta.