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16/09/2019 07:18:00

Sicilia, traffico di essere umani: tre arresti. Minacce, sevizie e torture per i profughi

 Tre arresti in Sicilia per traffico di esseri umani. Si tratta di tre criminali accusati di aver torturato, violentato e seviziato delle persone nei campi profughi in Libia. L'arresto è avvenuto a Messina, e si è basato sul racconto dei migranti giunti in Sicilia. Nel campo profughi in Libia migliaia di persone venivano tenute sotto sequestre, fin quando non pagavano un sequestro. I tre carcerieri sono stati riconosciuti dai profughi dopo il loro sbarco in Sicilia: "Ci facevano patire la fame e la sete, chi non pagava veniva lasciato morire, le donne erano costantemente violentate" hanno raccontato.

I tre gestivano per conto di una organizzazione criminale un campo di prigionia a Zawyia, in Libia, dove i profughi pronti a partire per l'Italia venivano tenuti sotto sequestro e rilasciati solo dopo il pagamento di un riscatto.

I fermati sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla tratta di persone, alla violenza sessuale, alla tortura, all'omicidio e al sequestro di persona a scopo di estorsione.

Al momento del fermo si trovavano nell'hot-spot di Messina. Si tratta di Mohammed Condè, detto Suarez, originario della Guinea, 27 anni, Hameda Ahmed, egiziano, 26 anni e Mahmoud Ashuia, egiziano, 24 anni. Le vittime, arrivate a Lampedusa il 7 luglio scorso dopo essere state soccorse dalla nave Mediterranea, hanno riconosciuto i tre carcerieri dalle foto segnaletiche mostrate loro dalla polizia, che, dopo ogni sbarco, fa visionare ai profughi le immagini di migranti giunti in Italia in viaggi precedenti proprio alla ricerca di carcerieri o scafisti.

I fermati erano arrivati in Italia qualche mese prima delle vittime. Condè aveva il compito di catturare, tenere prigionieri i profughi e chiedere ai familiari il riscatto. Solo dopo il pagamento le vittime potevano proseguire il loro viaggio. Era Condè a dare ai profughi il cellulare per chiamare a casa e chiedere il denaro. Ahmed e Ashuia sarebbero gli altri due carcerieri: le vittime hanno raccontato anche di essere state torturate e malmenate da entrambi. L'indagine è stata coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dall'aggiunto Marzia Sabella e dal pm Gery Ferrara. Il fermo è stato eseguito dalla Squadra mobile di Agrigento.