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16/09/2019 09:08:00

Pd, Renzi sempre più vicino all'addio

 Verso la scissione dell’atomo, è questo quello che sta accadendo all’interno del Partito Democratico, dove le correnti sono così tante che ognuno vanta un piccolo regno, senza regnanti.

Matteo Renzi sta giocando la sua partita, ed è chiara. Ha spinto Nicola Zingaretti a chiudere un accordo di governo con il movimento Cinque Stelle, i dem inizialmente non ne volevano sapere, e chiedevano elezioni subito, adesso sono pronti a farci alleanze per le future e prossime elezioni regionali e amministrative.

Si scrive incoerenza, si legge Pd.

Renzi ottiene il risultato, nasce il governo, adesso però vuole mollare il partito e lo farà alla Camera creando un gruppo nuovo, capitanato da Maria Elena Boschi, al Senato, dove il regolamento non lo consente, farà fuoriuscire i fedelissimi per transitare al gruppo misto.

Nel frattempo alla Leopolda 10 lancerà il nuovo soggetto politico, a cui approderanno molti forzisti con l’avallo di Silvio Berlusconi.


Ma Renzi non è così forte come atteggiamento vorrebbe.
Luca Lotti ha creato la sua di corrente e messo in difficoltà i renziani. La spartizione dei sottosegretari non è avvenuta indolore, quattro in totale, due per Renzi e due per Lotti, nessuno per la Sicilia. Perché? Perché le correnti a Roma erano in agitazione e c’era un pressing molto forte sulla figura di Carmelo Miceli, tra i vari litiganti hanno deciso di non assegnarlo a nessuno. Perde il territorio per i soliti giochi di potere di una politica lontana dalla gente e sempre più vicina a posizioni acquisite.
Renzi torna leader? In verità lo è sempre stato perché detta la linea politica, riesce ad amalgamare le varie identità e a farsi seguire.
La sua operazione ha la vista più lunga del normale. Sarà lui a contrattare le nomine che ci saranno da fare, circa 400, nei vari consigli di amministrazione tra Agcom, Enel, Eni, Inps, Poste.
Il nome c’è, il simbolo pure ma è top secret. Ci sono i finanziatori di questa operazione, molti imprenditori del Nord. Renzi, alla stregua del berlusconismo dei primi esordi, organizza cene a Milano di 5000 euro a testa per finanziare l’attività politica.
Il partito successivamente dovrà trovare i numeri per le elezioni ed eleggere i deputati, non è cosa semplice. I renziani sono invisi su tutto il territorio nazionale, recuperare è difficilissimo.