Gli annunci per i lavori di ripristino della tratta ferroviaria Trapani-Palermo via Milo non si contano più ormai.
Questo tratto è interrotto, a causa di una frana, dal 2013, e negli ultimi anni sono stati diversi i proclami di inizio lavori, puntualmente smentiti subito dopo con nuovi rinvii. Ora pare che sia davvero la volta buona.
Nell’investimento da 69 milioni di euro che riguarda anche il “Contratto di Programma” per le reti ferroviarie, ci sono le somme destinate al tratto ferroviario trapanese. Da anni questa infrastruttura non è utilizzabile ed è in pratica in stato di “abbandono”.
Ora, sembra che i soldi effettivamente ci siano e anche la volontà politica e tutto è stato messo nero su bianco nell’aggiornamento del contratto tra il ministero dei Trasporti e la Rfi, la rete ferroviaria italiana. Il cantiere dovrebbe partire nel 2020, prima però si dovranno espropriare alcuni lotti di terreno.
L’intervento sulla tratta ferroviaria “via milo” da tempo è ritenuto prioritario ma ha continuato a subire di continui stop burocratici. Al momento l’opera si trova in commissione Lavori pubblici del Senato, e sul tavolo c'è già un progetto definitivo.
Nei mesi scorsi c’era stata una petizione, inviata al Presidente delle Regione Sicilia e al ministero dei Trasporti, con la quale si chiedeva il ripristino del tratto ferroviario e nello specifico il collegamento che riguarda Alcamo diramazione e Trapani. E' stata lanciata dai lavoratori dell’Orsa Ferrovie Sicilia, il sindacato autonomo dei ferrovieri, che considera la tratta ferroviaria di Alcamo via Milo un collegamento ottimale e la giusta prosecuzione della linea costiera che va da Messina a Palermo, oggi sempre più veloce ed efficiente con continui investimenti strutturali.
La storia di questa linea, bloccata dal febbraio del 2013 e da allora mai sistemata è solo una delle tante che confermano la triste realtà in cui si trovano le infrastrutture ferroviarie siciliane, abbandonate a sé stesse, senza nessuna innovazione e senza investimenti per l’ammodernamento e la sicurezza.
Per la verità sono state spese tante parole, e a parole tanti soldi. Proprio su questa tratta, infatti, si parlava di lavori di modernizzazione nel lontano 2003, quindi, molto prima della frana. C’erano pure delle somme già preventivate, prima 300 milioni di euro, poi incrementate fino a 500 milioni ma dei lavori previsti che prevedevano l’eliminazione di quanti più passaggi a livello possibile non se n’è fatto mai nulla.
I lavori stralciati dal progetto originario, riguardano la costruzione del nuovo binario per circa 15 chilometri complessivi di linea che vanno dal km 73+230 al km 77+300, dal km 79+860 al km 84+150 e dal km 113+600 al km 120+345. Tra gli altri interventi sono previsti opere nelle stazioni di Calatafimi, Segesta, Bruca, Fulgatore, Milo e Trapani, che riguardano l’armamento e cioè il complesso costruttivo costituito dal binario, dai deviatoi e dalla massicciata e gli impianti di sicurezza; ed ancora interventi ai fabbricati della stazione, in particolare l’innalzamento dei marciapiedi nelle stazioni di Segesta, Calatafimi e in quella di Trapani dove sono previsti lavori al piano del ferro con allungamento dei marciapiedi che garantiranno un beneficio immediato anche sulla linea Alcamo-Trapani via Castelvetrano.
L’abbandono di questo tratto di ferrovia per tutto questo tempo è l’ennesima dimostrazione di come non funzionano i lavori e gli appalti per le opere pubbliche in Italia. In uno dei Paesi che assieme all'Italia rientrano nella classifica dei più industrializzati al mondo, la linea Ferroviaria Trapani-Palermo via Milo, sarebbe stata ripristinata nel giro di qualche mese. Ma le infrastrutture ferroviarie o stradali evidentemente in questi Paesi hanno un valore fondamentale per la crescita economica e sociale. In Italia e in Sicilia, in particolare, c’è ormai un’incapacità cronica a non saper realizzare anche le infrastrutture che spesso hanno gli investimenti finanziari già approvati.
Oltre all'incapacità di saper realizzare i progetti infrastrutturali, dobbiamo tenere sempre presente i tanti disagi che vivono le ferrovie in provincia, causati dai ritardi giornalieri e i problemi legati alla sicurezza, con i passaggi a livello che rimangono aperti con il treno in transito. Già da qualche tempo si è pure tornati indietro, tornando all’utilizzo esclusivo delle vecchie Littorine e portando via il più moderno Minuetto, solo perché non c’è una officina in provincia di Trapani dove poter fare la manutenzione.