Alcune mancate notifiche hanno impedito hanno impedito che entrasse subito nel vivo, davanti al giudice monocratico Andrea Agate, il processo che per truffa aggravata all’Inps e falso ideologico (indennità di disoccupazione secondo l’accusa “non dovute” perché ottenute con “raggiri”) vede imputate 41 persone, quasi tutte marsalesi.
Il processo è stato rinviato al 6 novembre. A disporre il rinvio a giudizio era stato il giudice per le udienze preliminari Annalisa Amato. L’ammontare della truffa all’Inps è stato valutato in circa 268 mila euro. Contestata anche la recidiva.
Alla sbarra sono alcuni imprenditori e loro dipendenti (almeno sulla carta), che in concorso avrebbero chiesto e ottenuto indennità di disoccupazione, per l’accusa non dovute, tra 600 e 12 mila euro ciascuno.
Gli imprenditori sotto processo sono il marsalese Giovanni Di Dia, di 49 anni, Salvatore Leggio, di 40, di Partinico, e Giuseppe Romualdo Bonafede, di 60, marsalese, ma residente a Trappeto (Pa). I tre devono difendersi anche dall’accusa di associazione per delinquere. Al centro della vicenda c’è l’impresa edile “AGEMA srl”, di cui Di Dia, ritenuto “promotore, costitutore ed organizzatore”, è stato amministratore unico dal 30 gennaio 2014 al 30 luglio 2015, mentre Leggio, ritenuto “partecipe”, ha ricoperto analoga carica dal 31 luglio 2015 in poi. Bonafede, invece, dell’Agema sarebbe stato responsabile pro-tempore. Secondo l’accusa, i tre si sarebbero associati allo scopo di truffare l’Inps, stipulando con i “falsi operai” contratti per “false assunzioni”, per poi interrompere i rapporti con “falsi licenziamenti”. Ciò al fine di fare incassare a 43 marsalesi “indennità di disoccupazione”: da circa 600 ad oltre 12 mila euro a testa. I fatti contestati sono relativi al periodo tra il 2014 e il 2016. I “falsi operai” imputati (cinque, davanti al gup, hanno preferito patteggiare la pena) sono Antonio Natale Bonventre, Andrea Brugnone, Maurizio Barraco, Domenico Francesco Accardi, Antonino Massimo Accardi, Claudio Acunzo, Luca Vito Crimi, Antonino Massimo Crimi, Carlo Casano, Vito Di Dia, Pietro Giuseppe Demma, Roberto Denaro, Luigi Firenze, Francesco Giacalone, Francesco Gerardi, Antonino Laudicina, Pasquale Umile, Alex Mancini, Giovanni Angileri, Salvatore Pellegrino, Alexandra Elena Predea, romena residente a Marsala, Vincenzo Parisi, Paolo Rallo, Vincenzo Antonino Rallo, Bernardo Sata, Santo Settimo Tumbarello, Fausto Omar Teri, Alessandro Antonino Trombino, Alessandro Testa, Giuseppe Titone, mazarese, Gaetano Zizzo, Francesco Chirco, Vincenzo Catalano, Pietro Bellissimo, Angelo Giacalone, Alberto Giacalone, Girolamo Scalia (classe 70), e Nicolò Titone.
Tra gli avvocati difensori, Gianpaolo Agate, Francesco Moceri, Vito Cimiotta, Duilio Piccione, Alessandro Casano, Giacomo Frazzitta, Stefano e Gabriele Pellegrino, Giovanni Galfano, Massimiliano Tranchida, Edoardo Alagna, Silvia Di Girolamo, Salvatore Fratelli, Leo Genna, Gaetano Di Bartolo, Walter Renda, Giacomo Pipitone, Graziella Rallo, Francesca Frusteri e Francesca Lombardo.