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22/09/2019 08:22:00

La scissione del Pd, chi va con Renzi e chi resta a Marsala e Trapani. E in Sicilia ...

 La scissione era nell’aria da parecchio tempo, i renziani erano un’anima scomoda all’interno del Partito Democratico, non una corrente ma un partito dentro il partito.

Matteo Renzi ha accelerato i tempi, ha consentito la formazione del governo grillo-dem e poi è andato per “Un’altra strada” per come aveva anticipato nel suo libro.

Ha smarcato tutti, una mossa abile che ha consegnato a Nicola Zingaretti, segretario nazionale del Pd, poca cosa.

Adesso Renzi ha dribblato gli avversi e ha fatto goal, attende di vincere la partita, poi magari il campionato. Chissà.

Di certo c’è che adesso ha un enorme potere contrattuale, due ministre, la Bellanova e la Bonetti, rispondono a Renzi, al partito Italia Viva, un gruppo alla Camera e uno al Senato che è riuscito a creare grazie ai socialisti di Riccardo Nencini. Ogni nuovo gruppo ha un costo per la collettività, c’è una segreteria da formare con del personale che graverà sulle casse degli italiani, sono soldi pubblici.
Invero Renzi controlla anche il Pd, con buona pace dei notabili, molti dei non fuoriusciti sono rimasti per strategia, così la componente di Guerini e di Luca Lotti insieme ad altri, tra cui delle sottosegretarie.

Italia Viva è stata battezzata ma ne verrà meglio delineata la forma alla Leopolda di ottobre, a Firenze.
Fermento su tutti i territori, in molti cercano di avvicinarsi, sarà il reclutamento della classe dirigente che darà il senso della innovazione e del ricambio, ovvero sarà un copia incolla di tromboni e di riciclati.

Non vanno via dal Pd il sindaco di Marsala, Alberto Di Girolamo, non si sposta nemmeno parte della sua giunta di partito, nessuna fuga per Baldo Gucciardi che resta ben ancorato al partito che ha contribuito a fondare.
Antonella Milazzo, ex segretaria dem a Marsala e ex deputata regionale, resta nel Pd lamentando la totale assenza di dialogo all’interno del nuovo partito: “Anche se la scelta di Renzi era nell’aria da un po’, non c’è stata occasione per aprire un confronto e credo che questo sia un vulnus della democrazia interna del nuovo partito. Io ed i miei amici, comunque, pensiamo che la nostra casa politica debba restare il Partito Democratico, quel grande partito nato per mettere insieme cattolicesimo democratico e pensiero riformista e socialista e di cui c’è bisogno per costruire una compiuta democrazia”.
Rilancia sulla segreteria marsalese: “Le vicende dell’ultimo anno sono state tristi e hanno fatto allontanare i cittadini dal Pd, a tutti i livelli; circoli chiusi, congressi-rissa, nessuna attività politica sui territori. Ancora più triste la vicenda marsalese per i noti fatti che hanno portato al totale smantellamento del partito. Occorre adesso veramente uno scatto di generosità, una classe dirigente che guardi a un orizzonte lungo e sappia costruire una originale proposta politica senza inseguire populismi di destra e di sinistra. Sono questi i segnali che ci faranno capire se si può archiviare una stagione nera e se valga la pena lavorare per il pd sul territorio”.
A Mazara c’è Giacomo D’Annibale che ha già aderito, a Trapani la linea è più confusa, ci sono sicuramente Nino Oddo e Peppe Bologna che hanno già pubblicamente rilasciato delle dichiarazioni.
Resta renziano doc Ninni Passalacqua.
Attese ma non ancora depositate le dimissioni, da presidente dell’assemblea provinciale del Pd, di Christian Emmola, entrato nell’area renziana ai tempi dei circoli. Nessuna smentita arrivata da parte delle due consigliere trapanesi, Annalisa Bianco e Grazia Spada, circa l’adesione al nuovo partito di Renzi anche se elette in altri contenitori.
Sono ad un passo dal diventare renziane? E quali equilibri dentro il consiglio comunale di Trapani?
A Marsala, invece, i consiglieri comunali restano curiosi, guardano con attenzione ma nessun passo in avanti, al momento vogliono capire, comprendere se si tratta di un partito plurale e moderato o a vocazione personalistica.

Non vanno via dal Partito Democratico l’onorevole Fausto Raciti e Antonio Rubino, membro dell’assemblea nazionale, che rilanciano con la nascita di una associazione che si chiama “New Deal”, che si occuperà prettamente di temi ambientali e che vedrà vicino a loro il deputato regionale Giovanni Cafeo.
Organica alla nuova associazione di Raciti la trapanese Valentina Villabuona che resta dentro al Pd, anche Marco Campagna non lascia il partito e con l’associazione Punto Dritto rilancia il percorso in provincia.
Intanto il commissario del Pd, Losacco, da una forte apertura di credito all’alleanza con i Cinque Stelle in Sicilia e chiede che il tesseramento si svolga entro il 31 dicembre 2019.
Rubino ritiene necessario che il tesseramento avvenga online: "Basta con i pacchetti di tessere, abbiamo bisogno di un partito di iscritti veri. Il Partito Democratico siciliano va ricostruito in modo chiaro e trasparente, per questo chiediamo al commissario un tesseramento esclusivamente online. Il PD va rivoltato come un calzino - prosegue - ha bisogno di un cambiamento radicale. Per questo lanceremo "New Deal", nove iniziative territoriali in grado di stimolare una vera e propria ricostruzione di un partito che non esiste più”.
E sulla scissione dei renziani  è intervenuto Raciti: “Vogliamo essere la barca corsara che attraversa tutto il centro sinistra colmando la disgregazione a cui stiamo assistendo, anche perché non siamo tra quelli che considerano chi ha lasciato il PD un avversario o un nemico da abbattere. Ci dissociamo dalla indifferenza e dalla malcelata felicità con cui molti hanno reagito a questa notizia. Anzi, capiamo il loro travaglio e siamo convinti che anche con loro dovremo costruire ponti di confronto e comunicazione”.