Dov’è Matteo Messina Denaro?
A Castelvetrano.
Il latitante indosserebbe camicie e scarpe costose, acquistate in un particolare negozio a Palermo oppure in un altro a Trapani.
Porterebbe, data la corporatura magra, i pantaloni con le pinces e non sarebbe più affetto da strabismo. Inoltre sarebbe molto stempiato e con i capelli neri. E per i suoi spostamenti avrebbe anche utilizzato alcuni antichi cunicoli sotterranei di Castelvetrano.
E’ quanto emerge da una relazione di servizio dei Carabinieri del Ros di Palermo, redatta in occasione della notifica del provvedimento della conclusione delle indagini preliminari all’appuntato scelto Giuseppe Barcellona, effettuata lo scorso 18 luglio nell’ambito del procedimento che aveva visto in aprile gli arresti del carabiniere, insieme al tenente colonnello Marco Alfio Zappalà e all’ex sindaco di Castelvetrano Antonio Vaccarino. Vicenda della quale ci siamo ampiamente occupati.
Le informazioni su Messina Denaro erano state scritte a mano da Barcellona su un foglio mostrato al capitano dei Ros, che comprendeva anche la tecnica di smistamento di pizzini ad opera di un particolare postino del boss (già noto alle forze dell’ordine), che sarebbe stato solito “lasciare in sosta il proprio veicolo nei pressi del bar pasticceria di sua abituale frequentazione ed attendere che i latori dei messaggi li occultassero a bordi del predetto mezzo”.
Notizie che, come aveva riferito l’appuntato, erano state ottenute prima del proprio arresto e provenivano da una fonte confidenziale: un informatore “descritto – si legge sempre nella relazione – come una persona onesta di Castelvetrano che conosce il latitante sin da giovane”.
Barcellona in quell’occasione aveva precisato che quelle informazioni non le aveva ancora comunicate a nessuno e che non le avrebbe comunicate a nessun altro, tranne che al capitano.
E soprattutto non avrebbe mai rilevato l’identità della fonte confidenziale.
L’impressione tangibile è che Barcellona avrebbe voluto mettere nelle mani dei Ros la possibilità della cattura di Matteo Messina Denaro, aspettandosi probabilmente che quelle informazioni potessero rappresentare un input per un’indagine o una verifica.
Invece quei contenuti così precisi, di cui abbiamo evidentemente omesso i nomi dei negozi in questione ed il nome del presunto postino, oltre a non essere stati secretati, sono finiti agli atti,
diventando conosciuti per alcuni e conoscibili per tanti altri.
Per quanto riguarda il procedimento invece, nell’udienza preliminare di giovedì scorso, i pm della Dda Francesca Dessì e Pierangelo Padova hanno richiesto l’incidente probatorio per ascoltare nuovamente l’appuntato Barcellona sulla vicenda del testo delle intercettazioni inviato al colonnello Zappalà.
Il prossimo 10 ottobre il gup di Palermo Annalisa Tesoriere dovrà decidere sulla richiesta.
Egidio Morici