Poco fa a Marsala ho assistito a un “classico” degli incidenti stradali: davanti a Porta Garibaldi un tizio parcheggia un enorme fuoristrada (dov'erano i vigili?).
Arriva un ciclista, quello spalanca la portiera di colpo e il ciclista ci va a sbattere contro, cadendo e facendosi anche molto male al braccio destro. Poi tutto però finisce a pappa e ciccia, con l'automobilista che si scusa, amico mio, strette di mano e niente ambulanza, tanto non c'è nulla di rotto, e c'è la farmacia lì a due passi per la medicazione. “Tanto c'è il sole e c'è il mare blu”, diceva la vecchia canzone di Sergio Endrigo.
Io invece, che vado in bici in città da quando ero ragazzino (fino a 40 anni ho vissuto a Milano, poi a Pavia, e ora da quattro anni a Marsala) non sono per niente disposto ai finali da tarallucci e vino. Anzi, per dirla tutta: io sono molto ma molto incazzato. Prima di tutto mi chiedo: possibile che in una città come Marsala, che in pratica è quasi tutta pianeggiante, nessuno, nessun sindaco, nessun governo comunale, abbia mai pensato di realizzare almeno una sola pista ciclabile? È incredibile! Un ciclista in questa bellissima città rischia la pelle ogni giorno, ogni volta che si arrischia a inforcare la sua amata bicicletta per andare a fare la spesa o per altre ragioni. Questo è intollerabile. Ed è anche il segno inconfutabile di un'arretratezza culturale e civile che fa paura.
Pensate che io stia esagerando? Ma considerate i tempi che stiamo vivendo. Non si parla di altro che di lotta all'inquinamento e ai cambiamenti climatici. L'Europa si muove, e da tempo: tutte, e dico tutte le città grandi, medie e piccole del nostro continente hanno modificato negli ultimi anni la loro viabilità, creando ogni sorta di corsie preferenziali e piste ciclabili per risolvere almeno in parte i problemi del traffico e dell'inquinamento. Solo in alcune parti dell'Italia le cose vanno a rilento. Spiace dirlo: ma è proprio vero che qui al Sud non s'è ancora creata e tanto meno imposta quella nuova sensibilità che certamente è un cardine della “civiltà ecologica” che assolutamente deve essere il nostro traguardo ideale.
Perciò, in conclusione, lo dico al Sindaco (il Sindaco che non si è mai degnato di rispondere a una sola delle lettere che gli ho inviato tramite le pagine di questo giornale, sui temi del traffico e dell'immondizia): ebbene, quando cominciamo a fare piste ciclabili a Marsala? Per quanto tempo i ciclisti saranno ancora costretti, per non rischiare di finire all'ospedale o al cimitero, a salire con le bici sui marciapiedi e a fare gimcane da brivido in mezzo alle automobili? E poi: basta con le auto in doppia fila in via Mazzini! Basta con quelli che parcheggiano davanti agli “scivoli” dei marciapiedi! Basta con la gare di formula 1 sul lungomare Boeo! Lo so bene che lei ancora una volta non mi risponderà. Io mi terrò la mia incazzatura, e lei il suo silenzio. Che peccato! Una città a cui basterebbe così poco per diventare un esempio, un gioiello, un luogo ideale per vivere!
Massimo Jevolella