Ha sbottato Gianfranco Miccichè, presidente dell’ARS. Le accuse continue contro di lui, per la abolizione minima, appena il 9%, del compenso del vitalizio, ha portato le sue conseguenze.
Ieri prima di entrare in seduta ha dichiarato che chiederà la totale abolizione dei vitalizi.
La scure è contro i vitalizi attuali e contro quelli che verranno, Miccichè accusa di demagogia il presidente della Regione Nello Musumeci, che aveva indicato come soglia oltre il 50%.
Sulla stessa linea di Miccichè tutto il gruppo di Forza Italia. In Aula ha parlato il presidente Musumeci che ha indicato la non drammaticità dei conti, con livelli bassi di debito.
Non ci sarebbero i conti in rosso, al contrario tanti gli investimenti, impegni di spesa per circa 3 miliardi di euro. Insomma, i debiti che la Regione deve ripianare sono frutto del governo Crocetta, anno 2015.
Musumeci lo dice chiaro, la Sicilia ha scongiurato il default grazie all’esecutivo in carica, a cui vanno riconosciuti i meriti per l’azione decisa e forte, ha evidenziato pure come dal 2018 le gare dell’Urega sono triplicate. Infine ha dettato la linea da seguire: “ Dopo la parifica dovremo votare il rendiconto e l'assestamento. Poi sarà inevitabile ricorrere all’ esercizio provvisorio per sessanta giorni".
Il presidente Musumeci ha utilizzato un’espressione infelice: “Sono condannato a governare”, la risposta di Claudio Fava non si è fatta attendere: “Presidente può risolvere il problema con le dimissioni”.
E anche il deputato del Pd, Nello Dipasquale, ha schernito l’espressione del governatore: “Fino a quando lei continuerà ad essere presidente la croce la porteranno i siciliani”.
E’ Baldo Gucciardi a sostenere che questo governo di centro destra da due anni governa con la testa all’indietro, cercando le responsabilità nel passato.
Dello stesso avviso Peppino Lupo, capogruppo dei dem, che indica le mancate coperture alle leggi: “Questo è il governo della fiera del cavallo di Ambelia e del restauro di tre borghi fascisti”.
I deputati del Partito Democratico non ci vanno leggeri, lo stesso Antonello Cracolici punta il dito, nessuno crede più, dice, alla storiella del lupo cattivo, la verità è che la luna di miele dopo due anni è finita. Poi l’affondo: “Prenda atto del fatto che lei non è capace e dia la possibilità ai siciliani di avere un altro presidente”.
Gli interventi sono duri, non lasciano intravedere nulla di buono. L’esecutivo regionale sa bene di non poter contare sull’opposizione, teme anche qualche colpo basso da parte degli alleati, una maggioranza in aula risicata di 36 deputati. Basta il venir meno di un solo voto che il governo va sotto.
La posizione del Movimento Cinque Stelle è allineata a quella del Pd, i due seguono quasi la linea del nazionale, scontenti di questo governo di centro destra tanto da chiedere di tornare al voto.
L’ottica potrebbe essere quella dell’alleanza da proporre sui territori Pd-Cinque Stelle. Il primo test elettorale per i nuovi alleati sarà il 28 ottobre con le elezioni regionali in Umbria.