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24/10/2019 06:00:00

Salemi, la scomparsa di Angela Stefani. Le indagini e l'arresto di Vincenzo Caradonna

Erano state trovate delle tracce di sangue di Angela Stefani, in casa di Vincenzo Caradonna, già a fine febbraio. Ieri la svolta con l’arresto dell’ex compagno della donna, scomparsa a Salemi il 5 febbraio scorso. Le analisi sull'abitazione e sugli indumenti hanno stabilito che la 48enne di origine bolognese, sarebbe stata raggiunta, in casa, da almeno sei coltellate che ne hanno provocato la morte.

La donna è stata massacrata sul letto di casa e il corpo fatto sparire. Il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta della Procura e dato il via libera all'arresto di Vincenzo Caradonna. Sarebbe stato lui ad uccidere l'ex compagna, nel modo più atroce e malvagio.

Con l’arresto di ieri, l’uomo è accusato di omicidio, distruzione e occultamento di cadavere. Emergono nuovi particolari sull'omicidio grazie al complesso lavoro di indagine svolto dai Carabinieri. I militari dell'arma e i vigili del fuoco in questi mesi hanno battuto a fondo il territorio salemitano, perlustrando laghi, pozzi, e zone rurali alla ricerca del corpo. La svolta sull'omicidio, però, si è avuta con le analisi dell'abitazione dell’uomo. Qui è stato riscontrato il tentativo di bonificare la casa dalle tracce di sangue, ma grazie al luminol gli inquirenti sono riusciti a trovare le tracce dell'omicidio.

La donna, madre di due figli, Francesco e Antonino, avuti nata dalla relazione con Rosario Scianna, pastore salemitano, era scomparsa a gennaio scorso e furono proprio l’ex compagno e il figlio Francesco all’inizio del mese di febbraio, a denunciarne la scomparsa presso la stazione carabinieri di Salemi.

Durante le indagini molti testimoni hanno permesso di riscostruire le ultime ore di vita della donna e hanno messo in evidenza la personalità violenta del Caradonna. Massiccia l’attività tecnica mediante ausilio di intercettazioni ambientali e telefoniche, e sistemi di video-sorveglianza, rivelatesi anche esse preziose per carpire fonti probatorie di assoluto pregio.

Le tracce trovate dai Ris – Nell’abitazione di via Giovanni Verga, a Salemi i militari del Ris hanno trovato nel soggiorno al piano terra, dove c'era il letto matrimoniale poi fatto sparire, “un considerevole numero di macchie di sangue di varie dimensioni e forme sul muro, sulle fughe del pavimento, sulla rete metallica del letto, sull'armadio, su varie suppellettili, su un tavolino di vetro”.

 

La dinamica dell’omicidio – In base alle macchie di sangue, gli esperti della scientifica sono riusciti a ricostruire la dinamica dell'aggressione mortale ad Angela Stefani. La donna è stata colpita con un oggetto contundente impugnato con la mano sinistra. Una serie di colpi inferti prima in testa mentre la donna si trovava sul letto, poi alle spalle una volta scesa dal lato destro del letto nel tentativo di fuggire, quindi altri due colpi mentre perdeva le forze ed infine quando era ormai a terra.

I sospetti e gli indizi su Caradonna – E’ stata l’ultima persona vista in compagnia di Angela prima della scomparsa, è mancino, aveva la disponibilità esclusiva della casa. Fui lui stesso a dire sotto interrogatorio di avere spostato il materasso in un'altra stanza. L'uomo, inoltre, non ha denunciato la scomparsa di Angela e non l’ha cercata.

Personalità violenta - Gli inquirenti hanno scavato nel passato del Caradonna ricostruendo una personalità di un uomo violento. Le donne che hanno intrattenuto una relazione con lui hanno riferito di essere state picchiate selvaggiamente. Prese a pugni, testate, addirittura frustate e colpi di spranga.

Anche la testimonianza della sorella di Caradonna tra gli atti dell'ordinanza di arresto. Sentita dai carabinieri la donna scoppiò a piangere. Aveva paura che il fratello avesse fatto del male ad Angela. Raccontò che il 4 gennaio era andata casa di Vincenzo Caradonna: “Ho sentito subito un forte odore di benzina e ho anche visto una pozza di liquido per terra”. L’uomo avrebbe cercato di dare fuoco alla donna uccisa poi un mese dopo.