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31/10/2019 09:02:00

Marsala – 21enne processato per violenza sessuale, sequestro, lesioni e maltrattamenti

 Maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate, violenza sessuale, sequestro di persona e violenza privata sono i reati per i quali un 21enne di Marsala, Giacomo Minolfo, è finito sotto processo in Tribunale. Il dibattimento è stato avviato, a porte chiuse su richiesta del legale di parte civile, con la testimonianza della presunta vittima.

E cioè, l’ex fidanzata e compagna convivente di Minolfo, S.C., di quasi due anni più grande dell’imputato. La giovane si è costituita parte civile con l’assistenza dell’avvocato Marco Perrone, mentre legale dell’imputato è Fabio D’Anna. Secondo l’accusa, per S.C., il periodo di convivenza con Minolfo si sarebbe rivelato un vero incubo.

Le prime avvisaglie alla fine del 2016, quando il giorno di Santo Stefano, nel corso di una lite, il Minolfo avrebbe selvaggiamente picchiato la compagna: calci all’addome e pugno in volto.

Le altre contestazioni, invece, sono datate aprile 2017. E teatro dei fatti sarebbe stata un’abitazione di contrada Misilla, nell’entroterra di Marsala. La violenza sessuale sarebbe stata commessa il 3 aprile di due anni fa.

“Già vittima di quotidiani maltrattamenti e minacce”, si legge nel capo d’accusa, sfruttando il suo “stato di prostrazione e sottomissione”, ne avrebbe controllato ogni movimento, vietandole di telefonare a chiunque, se non in sua presenza, e obbligandola a rimanere all’interno della sua abitazione di Misilla.

Corposo anche il capitolo dei maltrattamenti. Dopo il pestaggio del giorno di Santo Stefano, anche nell’aprile successivo, Minolfo avrebbe sottoposto la compagna “a continue vessazioni fisiche e psicologiche”. In particolare, l’avrebbe segregata a casa, impedendole di uscire persino per fare la spesa, di avere rapporti con altre persone, neppure con la madre, alla quale poteva soltanto telefonare, ma in sua presenza. Poi, dopo “un breve periodo di convivenza pacifica, in preda ad improvvisi scatti d’ira motivati da un’infondata gelosia, iniziava a picchiarla quasi quotidianamente in modo selvaggio”. Il 2 aprile, in particolare, calci e pugni all’addome. Poi, anche un pugno in volto. Dieci giorni dopo, con coltello da cucina e cacciavite la feriva alla coscia sinistra. Le controllava anche il telefono e il profilo facebook. Fin quando, disperata, la ragazza non trovò il coraggio di denunciare alla polizia quanto sarebbe stata costretta a subire.