Le infrastrutture per lo sviluppo della rete internet veloce ci sono, ma gli italiani - rispetto ai loro concittadini europei - sono ancora troppo poco digitali. Il risultato porta l'Italia nel 2019 solo al 23mo posto dell'I-Com broadband index, ossia l'indice elaborato dall'Istituto per la competitività (I-Com) che misura lo sviluppo della banda ultra larga nei mercati nazionali ed europei indicando in generale lo sviluppo digitale dei Paesi.
Un posizionamento stabile in confronto all'anno scorso, ma in calo sul 2017, quando l'Italia era almeno 22esima. In testa alla classifica, invece, si conferma il Nord Europa con la Svezia sul podio più alto, seguita dalla Danimarca e dal Lussemburgo.
Il risultato italiano si deve soprattutto alla debolezza della domanda digitale che cresce ma non a sufficienza. Il divario negativo è accentuato nell'e-commerce, usato da appena il 36% della popolazione (18,4 punti percentuali in meno rispetto alla media europea), e nella sottoscrizione di abbonamenti con una velocità di connessione superiore a 100 Megabit per secondo (Mbps), che rappresentano poco meno del 15% del totale e neanche la metà della media europea.
Per quanto riguarda l'offerta - sostanzialmente il livello di sviluppo delle infrastrutture - l'Italia invece fa meglio e si piazza al 15mo posto in Europa, grazie soprattutto alla ormai quasi totale copertura raggiunta nelle aree rurali e nella rete Next generation access (Nga).
La migliore performance in questo senso è quella della Sicilia, regione in cui è più sviluppata la banda ultralarga, con una copertura delle unità immobiliari che sfiora il 90%. Dall'analisi dei dati forniti dai principali operatori (aggiornati al 30 giugno 2019), spiega I-Com, l'isola si conferma per il secondo anno in testa alla classifica nazionale, seguita da Puglia e Lazio. Al di sopra della media nazionale si piazzano anche Toscana, Lombardia, Calabria ed Emilia Romagna, mentre restano fanalino di coda Valle d'Aosta (45,5%) e Trentino Alto Adige (58,8%).
«Stiamo scrivendo in questi giorni la strategia per la digitalizzazione della Pubblica amministrazione e del Paese», ha annunciato la ministra per l'Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, Paola Pisano, sottolineando l'intenzione di lavorare «per farcela». Un obiettivo che quindi si può raggiungere ma che secondo Pisano ha bisogno «di stabilità e di tempo. E anche della collaborazione degli operatori delle telecomunicazioni».
A collaborare sullo sviluppo digitale arrivano nel frattempo le Camere di Commercio che per il prossimo triennio mettono a disposizione 100 milioni di euro per la transizione verso il digitale delle imprese che operano nel nostro Paese.
Le infrastrutture per lo sviluppo della rete internet veloce ci sono, ma gli italiani - rispetto ai loro concittadini europei - sono ancora troppo poco digitali. Il risultato porta l'Italia nel 2019 solo al 23mo posto dell'I-Com broadband index, ossia l'indice elaborato dall'Istituto per la competitività (I-Com) che misura lo sviluppo della banda ultra larga nei mercati nazionali ed europei indicando in generale lo sviluppo digitale dei Paesi.
Un posizionamento stabile in confronto all'anno scorso, ma in calo sul 2017, quando l'Italia era almeno 22esima. In testa alla classifica, invece, si conferma il Nord Europa con la Svezia sul podio più alto, seguita dalla Danimarca e dal Lussemburgo.
Il risultato italiano si deve soprattutto alla debolezza della domanda digitale che cresce ma non a sufficienza. Il divario negativo è accentuato nell'e-commerce, usato da appena il 36% della popolazione (18,4 punti percentuali in meno rispetto alla media europea), e nella sottoscrizione di abbonamenti con una velocità di connessione superiore a 100 Megabit per secondo (Mbps), che rappresentano poco meno del 15% del totale e neanche la metà della media europea.
Per quanto riguarda l'offerta - sostanzialmente il livello di sviluppo delle infrastrutture - l'Italia invece fa meglio e si piazza al 15mo posto in Europa, grazie soprattutto alla ormai quasi totale copertura raggiunta nelle aree rurali e nella rete Next generation access (Nga).
La migliore performance in questo senso è quella della Sicilia, regione in cui è più sviluppata la banda ultralarga, con una copertura delle unità immobiliari che sfiora il 90%. Dall'analisi dei dati forniti dai principali operatori (aggiornati al 30 giugno 2019), spiega I-Com, l'isola si conferma per il secondo anno in testa alla classifica nazionale, seguita da Puglia e Lazio. Al di sopra della media nazionale si piazzano anche Toscana, Lombardia, Calabria ed Emilia Romagna, mentre restano fanalino di coda Valle d'Aosta (45,5%) e Trentino Alto Adige (58,8%).
«Stiamo scrivendo in questi giorni la strategia per la digitalizzazione della Pubblica amministrazione e del Paese», ha annunciato la ministra per l'Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, Paola Pisano, sottolineando l'intenzione di lavorare «per farcela». Un obiettivo che quindi si può raggiungere ma che secondo Pisano ha bisogno «di stabilità e di tempo. E anche della collaborazione degli operatori delle telecomunicazioni».
A collaborare sullo sviluppo digitale arrivano nel frattempo le Camere di Commercio che per il prossimo triennio mettono a disposizione 100 milioni di euro per la transizione verso il digitale delle imprese che operano nel nostro Paese.