Impatto zero sul lavoro nei primi mesi del Reddito di Cittadinanza al Sud.
Il Mezzogiorno è sempre più in recessione, con 2 milioni di persone, metà di loro giovani, emigrati dal 2000 ad oggi. Sono dati drammatici quelli emersi nel rapporto Svimez presentato nei giorni scorsi. Il direttore dello Svimez Luca Bianchi parlato del doppio gap, quello tra Italia ed Europa e quello tra Nord e Sud del Paese.
Un Meridione che vede lo spopolamento di giovani. Un fenomeno che tende ad aumentare nei prossimi decenni secondo gli studi dello Svimez. Nei prossimi 50 anni si calcola che il Mezzogiorno perderà altri cinque milioni di persone che emigreranno verso luoghi più promettenti.
Per lo Svimez si possono contenere questi effetti aumentando il tasso di occupazione, soprattutto quello femminile. Sul reddito di cittadinanza lo Svimez lo giudica “utile” ma “la povertà non si combatte solo con un contributo monetario: occorre ridefinire le politiche di welfare ed estendere a tutti in egual misura i diritti di cittadinanza. Il Mezzogiorno detiene il record della povertà assoluta: nel 2017 le famiglie in questa condizione erano 845 mila. L’anno successivo, grazie all’impatto del reddito di cittadinanza, erano scese a 822 mila con un’incidenza scesa dal 10,3 al 10 per cento, rimanendo comunque doppia rispetto al 5,6% del Centro Nord. Ecco perché la Svimez dà un giudizio moderatamente positivo sul reddito di cittadinanza.
“Peraltro – sottolinea – l’impatto del Reddito sul mercato del lavoro è nullo, in quanto la misura, invece di richiamare persone in cerca di occupazione, le sta allontanando dal mercato del lavoro”.