Era in “stato di necessità”. Per questo, sulla base dell’articolo 54 del codice penale, il Tribunale di Marsala (giudice monocratico Bruno Vivona) ha assolto una donna, Antonella Lo Sasso, di 27 anni, dall’accusa di occupazione abusiva di un alloggio popolare.
La giovane, in precarie condizioni economiche e con quattro figli, di cui uno di appena un anno con gravi problemi di saluti, nel maggio 2017, occupò abusivamente un appartamento di una palazzina dello Iacp Petrosino.
In quel periodo, per altro, la donna era sola ad occuparsi dei quattro figli. Il marito, infatti, il 29enne Vito Titone, era imbarcato come pescatore. Anche lui sotto processo e anche lui assolto. Ma perché in quel periodo non era a Petrosino.
A difendere i due imputati è stato l’avvocato Antonino Zichittella, che davanti al giudice ha sottolineato le difficoltà economiche della coppia, che con i quattro bambini “sono costretti – ha detto - a vivere abusivamente all’interno di un alloggio popolare dello Iacp per la necessità di salvaguardare la salute dei propri familiari, stante l’impossibilità per gli stessi di ricorrere al regolare mercato degli affitti”. Lei, quindi, in base art. 54 del codice penale, è stata assolta dall’accusa di occupazione abusiva con la formula “perché il fatto non costituisce reato”, mentre lui “per non aver commesso il fatto” in quanto, all’epoca del fatto contestato era imbarcato su un peschereccio. La sentenza ha più di un precedente. Anche con lo stesso giudice Vivona. E nell’aprile 2009, sempre il Tribunale di Marsala (giudice monocratico Roberta Nodari), sempre per un’occupazione abusiva di un alloggio popolare Iacp a Petrosino, assolvendo un’altra donna, madre di due bambini, uno dei quali spesso con problemi di salute di natura respiratoria, sentenziò che la casa è un “bisogno primario”.