09,00 - Le immagini della rapina alla filiale della Credem di Via Virgilio a Trapani che hanno permesso di individuare i rapinatori. I tre uomini entrano indisturbati in banca, con passamontagna, si dirigono verso gli addetti dello sportello e si fanno aprire la cassa forte. Poi, col bottino in mano si dileguano.
Le immagini hanno permesso alla Polizia di Trapani di arrestare tre pregiudicati palermitani accusati di aver messo in atto la rapina in banca lo scorso 26 agosto.
Gli arrestati sono Francesco Lo Coco, Pietro Di Mariano, Gioacchino Buscetta.
Una particolare t-shirt bianca e nera, indossata da uno dei tre durante la rapina, è stata determinante per risalire alle auto utilizzate per la fuga e per identificare tutta la banda. Le immagini hanno permesso agli uomini della Sezione Reati contro il Patrimonio di ricostruire gli spostamenti dei rapinatori, da quando hanno lasciato la città, dopo il colpo, sino al rientro nelle loro abitazioni a Palermo.
Decine di filmati, comparati con le immagini delle telecamere presenti nella filiale della banca, e numerose intercettazioni telefoniche e ambientali sono state alla base dell’impianto accusatorio, che ha convinto il GIP di Trapani ad accogliere la richiesta di custodia cautelare in carcere
07,00 - La Polizia di Stato di Trapani ha arrestato tre pregiudicati palermitani indagati per aver rapinato, lo scorso 26 agosto, la filiale della banca Credem di via Virgilio, a Trapani.
La Squadra Mobile ha individuato i tre rapinatori “in trasferta” attraverso l’analisi dei filmati di numerosi impianti privati di videosorveglianza presenti in città.
Una particolare t-shirt bianca e nera, indossata da uno dei tre durante la rapina, è stata determinante per risalire alle auto utilizzate per la fuga e per identificare tutta la banda. Le immagini hanno permesso agli uomini della Sezione Reati contro il Patrimonio di ricostruire gli spostamenti dei rapinatori, da quando hanno lasciato la città, dopo il colpo, sino al rientro nelle loro abitazioni a Palermo. Decine di filmati, comparati con le immagini delle telecamere presenti nella filiale della banca, e numerose intercettazioni telefoniche e ambientali sono state alla base dell’impianto accusatorio, che ha convinto il GIP di Trapani ad accogliere la richiesta di custodia cautelare in carcere