Il libro di Lilli Gruber, edito da Solferino, “Basta! Il potere delle donne contro la politica del testosterone” è un libro che dovrebbe parlare di pari opportunità, di politiche di genere e invece le sfiora solamente.
E’ un saggio politico, scritto contro il presidente degli USA, Trump, e contro il leader del Carroccio, Matteo Salvini, ripercorrendo all’indietro la politica decadente, secondo la Gruber, di Silvio Berlusconi. Nulla di male nello scrivere un testo politico, una analisi dettagliata del Paese, seppure di parte, ma trincerarsi dietro le battaglie di genere non è educativo.
Dalla Gruber ci saremmo aspettati un testo non scontato, non fazioso, un libro che davvero, finalmente, avesse cura di spiegare perché le politiche di genere non decollano, perché le donne non arrivano, perché c’è ancora un Paese che alle donne riserva pochi posti, perché il legislatore (non ci interessa il colore politico) non decide con fermezza di occuparsi di donne, di quote rosa, di parità lessicale.
In campo la Gruber lo è da sempre, giornalista di fama internazionale, ex eurodeputata del Pd. Le sue battaglie per l’affermazione di una politica femminista sono note a molti, pronta a difendere il suo stesso sesso, non c’è tuttavia in questo libro la visione strategica e anche gettata verso il futuro di come le politiche di genere debbano essere affrontate. Basta, è un termine che usiamo convintamente, contro ogni sopruso, violenza, disuguaglianza. Le pagine sono cariche di emotività mista a rabbia, ciò che filtra è che è stato scritto contro una parte politica, mescolando due fenomeni diversi come il razzismo e il machismo.
La frase più incisiva è: “Ragazze, non abbiate paura del potere… Dopo aver ben studiato il campo di gioco, andate a prendervi ciò che vi spetta. E studiate. Sempre, tutto, un sacco. Il lato positivo dell'intollerabile lassismo di questi tempi è che incontrerete uomini impreparati. Autocompiaciuti. Rilassati. Hanno dalla loro millenni di storia in cui sono stati ascoltati solo in quanto maschi".