A Trapani – terza città d’Italia per il costo della Tari – chi è considerato “povero” per lo Stato è, invece, considerato ricco per il comune. Non è ammissibile riconoscere l’esenzione della tassa sui rifiuti solo a chi possiede esclusivamente un immobile adibito a prima casa, ma è dovere di questa Amministrazione estendere l’esenzione anche a tutti coloro che pur trovandosi sotto la soglia Isee di 6.600 euro possiedono un patrimonio immobiliare, diverso dalla prima casa, il cui valore sia inferiore ai 30.000 euro.”
A dirlo è Giuseppe Lipari consigliere comunale di Trapani, che commenta così l’operato dell’ufficio dei servizi sociali del Comune che, proprio in questi giorni, ha escluso dal beneficio dell’esonero/riduzione della Tari centinaia di famiglie trapanesi.
“È inammissibile che il vigente regolamento del Comune preveda l’accesso alle agevolazioni Tari soltanto nell’ipotesi in cui si possieda esclusivamente una proprietà adibita ad abitazione principale e sue pertinenze, escludendo irragionevolmente dall’agevolazione tutti coloro che, pur trovandosi sotto la soglia ISEE prevista per il beneficio fiscale, siano proprietari di beni immobili (o porzione di essi) per valori inferiori a 30.000 €. Così stando le cose – prosegue il consigliere – è facile farsi belli e dire di aver abbassato del 10% la TARI per tutti. Tanto facile quanto scorretto, soprattutto se lo si fa sulle spalle, di coloro che magari hanno ereditato una quota di un terreno di un congiunto defunto ma che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese. Capisco che l’Amministrazione Tranchida targata Cencelli e Cambiamenti – continua Lipari – non abbia più il controllo della situazione, tanto sul tema degli scarichi fognari in mare, quanto su qualsiasi cosa accada in Città. Ma è irrispettoso ed inammissibile fare cassa sulle spalle dei cittadini meno abbienti. Non è accettabile che la stessa situazione patrimoniale sia idonea ai fini del reddito di Cittadinanza e preclusiva ai fini Tari. Questa ingiustizia – conclude il consigliere – va assolutamente risolta, ed è per questo che proporrò al Consiglio comunale la modifica dell’art. 22D del regolamento IUC parte TARI al fine di rimuovere questa ingiustizia sociale ed allineare i requisiti richiesti per le agevolazioni TARI – nella parte relativa ai requisiti del patrimonio immobiliare – a quelli previsti per il Reddito di Cittadinanza. Modifica che non comporterà aumento della Tari in bolletta per gli altri utenti in quanto la legge 147/2013 prevede che la copertura finanziaria del mancato gettito puo' essere disposta attraverso il ricorso a risorse derivanti dalla fiscalità generale del comune.”