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19/12/2019 12:01:00

Il Natale, le cose belle da salvare e quelle da buttare...

Tra pochi giorni sarà Natale, si sprecano i buoni propositi per l’inizio del nuovo anno. Ci si appresta alle grandi abbuffate, prima con gli occhi poi con la pancia. Si sprecano i messaggi, rigorosamente su whatsApp e con un “inoltrato”, cioè un messaggio ricevuto, magari con una simpatica foto, che viene di rimando inviato ad altri contatti.  Tutto insipido, fuori luogo, tutto rigorosamente falso. Non si comprende perché due persone che durante l’anno a malapena si salutano, quando si incontrano per strada, poi debbano farsi gli auguri. Anche no. L’ipocrisia non può sedersi in prima fila.

Baci. Abbracci. Sorrisi. Una vanità dei sentimenti ostentata che farebbe tornare a cuccia anche una lumachina. Cosa c’è da prendere per le festività? Tutto quello che ci fa stare bene, quello che ci rende veri, spontanei, sorridenti. Abbiamo bisogno di poche cose e di pochissime persone accanto, quelle che ci fanno bene al cuore, con cui parli senza bisogno di mettere filtri, senza guardare dal buco della serratura per capire come comportarsi, atteggiarsi. Del Natale salviamo le lucine, quelle che accendono l’anima, che ci riportano ai sapori di una infanzia che ci ha scaldato, alle carezze dell’adolescenza, alla beltà dell’essere adulti.

Salviamo le cose belle, che non sono scontate, che non sono quotidiane, di cui ci ricordiamo per caso e che sbadatamente trascuriamo.
Teniamo strette le persone armoniose, quelle che ci vogliono bene nonostante tutto, quelle che ti cercano quando per la fretta dimentichiamo di mandare un messaggio. Perché in un mondo pieno di falsità, e di cose fatte per circostanza, il vero diamante è chi si concede senza muri, chi si inchina e si arrende ad un sorriso, a chi ti manda a quel paese e ti abbraccia dopo due minuti.

Buttiamo via il superfluo, lo shopping compulsivo di chi deve comprare un regalo a tutti costi: bisogna ricambiare. Anche no. Regaliamo il nostro tempo, regaliamo noi stessi. Regaliamo l’ascolto, la partecipazione, l’esserci. Regaliamo gentilezza, impegno sociale, carità, consapevolezza. E se proprio dovete comprare qualcosa donate ad una associazione di volontariato. Il pranzo durerà tre ore, tacchi alti e lampo che tira, trucco impeccabile e cellulare che squilla.  Finalmente siamo al dolce. La tavola è imbandita, eppure domani sorgerà un’altra alba. Bollicine. Sì, siate frizzanti, energici, vogliosi, belli.

Per me brindisi doppio: le donne hanno raggiunto posizioni di potere, hanno acciuffato copertine e messo a tacere gli odiatori seriali. Altro brindisi, forse l’ultimo, è meglio avere il bicchiere mezzo pieno. Sempre.

Rossana Titone