Erano quattro sacchetti in croce, ma per la Procura e Legambiente, invece, erano una "discarica non autorizzata". Fatto sta che si è celebrato un processo, lungo tre anni, e alla fine sono stati tutti assolti. Il processo è quello che vedeva imputati il Sindaco di Petrosino e alcuni membri della sua Giunta e alcuni dipendenti comunali.
Nel giugno 2016, per far fronte all’emergenza causata dalla chiusura della discarica di Trapani, furono depositati - secondo l'accusa - in maniera incontrollata ed illegale rifiuti di ogni genere, provenienti dalla raccolta cittadina, nell’area del depuratore, trasformata di fatto in una discarica abusiva.
Ma in realtà era tutto regolare, tanto che si è arrivati all'assoluzione con formula piena.
Commenta uno dei legali, Valerio Vartolo: "C’è la soddisfazione per aver dimostrato la totale correttezza e liceità dell’operato del Sindaco Giacalone, e degli allora assessori Badalucco e Pellegrino. Tuttavia resta il rammarico per un procedimento penale che ritengo non sarebbe dovuto neanche iniziare o che comunque poteva terminare molto prima se la Procura avesse valutato, sin da subito, come adesso fatto dal Tribunale, le numerose evidenze circa l’innocenza degli imputati. L’importante è comunque che il Tribunale in maniera attenta e puntuale abbia posto la parola fine a questa vicenda, assolvendo gli imputati con la più ampia formula”.
Questo lo sfogo del Sindaco di Petrosino, Gaspare Giacalone, per commentare l'assoluzione: "Tre anni, tre lunghi anni, di processo. Oltre 30 testimoni, 8 imputati, una ventina di udienze, spese processuali e legale per un totale di almeno 100 mila euro, prime pagine e svariati articoli sui giornali. Tutto questo per 4, dicasi 4, sacchetti di immondizia raccolti lungo le coste che le associazioni di volontariato in una domenica di giugno, come fanno oramai da anni, avevano raccolto e portato all’isola ecologica comunale. Luogo regolarmente autorizzato e lo sapevano tutti fin dal primo istante. Un processo che in realtà non avrebbe mai dovuto iniziare. Eppure sono rimasto in totale silenzio a subire ogni cosa. Così, per come sono: profondamente rispettoso delle istituzioni, della giustizia e della verità. Ho continuato a battermi ogni giorno per tenere pulitissima la mia Petrosino. Nonostante le eterne emergenze rifiuti che ogni Comune della Sicilia deve affrontare da decenni. Nonostante le cataste di rifiuti visibili per le vie delle altre città, in disprezzo a qualunque norma di igiene e sanità. Oggi, 23 dicembre, è finalmente arrivata la sentenza: assoluzione con formula piena perché il fatto non sussiste. Come me anche gli altri 7 imputati tra cui la mia vicesindaco ed il mio assessore pro tempore. Come gli altri dirigenti e dipendente del mio comune. E sono felice pure per loro perché sapevo perfettamente che non avevano sbagliato nulla. Sinceramente vi dico che non provo alcun risentimento nei confronti di chi ci ha accusati ingiustamente. Ma di certo, e ve lo anticipo, leggerò con molta attenzione la sentenza perché in futuro non succeda ad altri di passare quello che abbiamo passato noi. E perché un sindaco scomodo non si elimina così. Dedico questa vittoria a voi cittadini che avete sempre creduto in me. Ma in particolare alle associazioni di volontariato che con noi si battono per rendere Petrosino un luogo migliore. Proprio per loro mai, nemmeno per un istante, ho esitato di portare sulle spalle questo fardello".