Tra i fatti raccontati da tp24.it durante tutto il 2019, ci sono le notizie che riguardano due delle infrastrutture più importanti del territorio: il porto di Marsala e l'aeroporto di Birgi. Il primo, oltre a vivere quel paradossale dualismo tra porto pubblico e privato, rimane bloccato, senza interventi di messa in sicurezza, senza la possibilità di fare gli scavi per i fondali e con parte delle banchine non utilizzabili da anni.
Per l'aeroporto, invece, il 2019 è l'anno più difficile da sette anni a questa parte, con i numeri di passeggeri in transito sempre più bassi e con sempre meno voli. Ad un certo punto dell'anno, vista la difficile situazione economica dell'Airgest, si pensava ad una imminente chiusura, scongiurata dall'intervento e dall'impegno della Regione e dalla nomina di Salvatore Ombra alla presidenza della società di gestione dell'aeroporto.Il 2019 è anche l'anno di #sevolovoto prima e poi di #sevoloresto.
La verità sulla messa in sicurezza del porto - Tornando al porto di Marsala, abbiamo approfondito con una nostra inchiesta la questione riguardo alla verità sulla messa in sicurezza del porto pubblico, pubblicando i documenti che hanno chiarito come siano andati realmente i fatti legati a questa vicenda che potete leggere qui e che riassumiamo così: il progetto di messa in sicurezza del porto venne presentato nel 2011 e trasmesso definitivamente al Ministero dell’Ambiente il 27 novembre del 2013. Da quella data si arriva prima al parere sulla procedura VIA della Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale. Il parere è il n°2210 del 28 ottobre 2016 e deve valutare il progetto del Porto di Marsala che prevede le opere di messa in sicurezza, la realizzazione del molo foraneo di sopraflutto e molo foraneo di sottoflutto, le banchine e i piazzali e l’escavazione del fondale. La commissione del ministero in questo documento afferma che non ci sono evidenti motivi per cui si richiede urgentemente la messa in sicurezza. La Commissione conclude il parere dicendo, che la documentazione prodotta dal comune non è sufficiente ad evidenziare una situazione di gravità e di pericolosità dello stato dei luoghi tale da giustificare una procedura d’urgenza per le opere.
Dopo questo parere si arriva poi al decreto definitivo del Ministero che boccia il progetto del porto. Il documento è datato 25 luglio 2017 e protocollato al comune l’1 agosto. Il documento del Ministero (potete scaricarlo qui) decreta il giudizio negativo di compatibilità ambientale sul porto pubblico. Contro questa decisione il Comune di Marsala poteva fare ricorso al TAR entro 60 giorni e al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla pubblicazione del decreto sulla gazzetta ufficiale.
Questi documenti dunque chiariscono definitivamente alcune cose importanti sul porto pubblico. La prima è che il progetto di messa sicurezza del porto è a un punto morto, perché bocciato dal Ministero dell’Ambiente, cosa che la stessa Adamo, non ha tenuto a sottolineare, denunciando, quello sì, a ragione, il fatto che il Comune non ha mai fornito chiarimenti e integrazioni. Allo stesso tempo, però, bisogna dire che il Comune non era obbligato a rispondere, e che quella decisione di natura politico - amministrativa, non ha sicuramente alcuna rilevanza dal punto di vista penale.
Per il Marina di Marsala della società di Ombra a giugno sembra ormai tutto pronto. C'è l'incontro al Comune tra il sindaco e Massimo Ombra della Myr che era a accompagnato da Andrea Vittadello amministratore unico della “Intercantieri Vittadello", il quale ha confermato gli impegni concordati con la MYR, ha assicurato al sindaco Di Girolamo che porterà avanti il programma di investimenti sull'opera marittima di Marsala.
A luglio c'è il cronoprogramma per il porto - Cominceranno a Settembre i lavori del porto di Marsala. E forse è la volta buona. Reso noto il cronoprogramma per la realizzazione del Porto turistico “Marina di Marsala”. Dal prossimo 1° Settembre, la MYR - la società che ha progettato l'approdo - avvierà gli interventi tecnici propedeutici, fissati in sede regionale dalla Commissione Tecnica di verifica dell'impatto ambientale. È questo emerge dalla nuova riunione del Collegio di Vigilanza che, convocato dal sindaco Alberto Di Girolamo, ha visto la partecipazione dei Rappresentanti di Prefettura di Trapani (d.ssa Daniela Carlino), Regione Siciliana (dr. Aldo Guadagnino) e Capitaneria di Porto Marsala (T.V. Carla Picardi), nonché della stessa MYR-Intercantieri Vittadello (ingegneri Francesco Di Noto e Guglielmo Migliorino) e del dirigente comunale Francesco Patti. “Un decisivo passo avanti sul fronte tecnico-amministrativo, afferma il sindaco Di Girolamo. Dalla programmazione temporale comunicata dalla MYR ed acquisita dal Collegio, si ha finalmente certezza dei successivi step che condurranno al completamento dell'opera, confermato per Febbraio 2022”.
In realtà è giusto ricordare che il porto doveva essere pronto per la stagione estiva 2020 - “La stagione estiva 2020 sarà quella buona per vedere finalmente operativo il Marina di Marsala. Il porto che da decenni la città aspetta”. Così scrivevamo due anni fa, al termine della conferenza stampa al comune di Marsala, nella quale, l’amministrazione del sindaco Di Girolamo ma soprattutto i rappresentanti della MYR, l’amministratore unico Massimo Ombra e per la parte tecnica il progettista, Francesco Di Noto, spiegavano – alla presenza del comandante del porto dell’epoca Gianluigi Bove - tutto il progetto, le varie fasi di attuazione e fissavano la fine dei lavori e l’inaugurazione per la stagione estiva 2020 (qui potete leggere l'articolo). A due anni di distanza, però, non solo siamo sicuri che il Porto di Marsala entro la prossima estate non sarà pronto, ma i lavori, che dovevano iniziare molto tempo prima, rinviati più volte, e che dovevano iniziare a settembre 2019, non sono ancora iniziati e al momento non si sa quando e se inizieranno.
AEROPORTO DI BIRGI - A luglio il "Vincenzo Florio" è in caduta. Negli ultimi mesi la crisi non si è fermata. Nei primi quattro mesi del 2019 c’è stato un calo di passeggeri del 13% rispetto allo scorso anno. Forse, adesso, hanno sentore del concreto rischio di chiusura i politici siciliani che si sono visti qualche giorno fa a Palazzo d’Orleans convocati dal presidente della Regione Nello Musumeci. La Regione è socio unico dell’Airgest, la società che gestisce l’aeroporto di Trapani Birgi, e ha la responsabilità di mettere sul tavolo tutte le iniziative possibili per salvare il Vincenzo Florio. Tra queste quello da fare subito, hanno detto dalla Regione, è fare delle campagne pubblicitarie sul territorio della provincia di Trapani.
Le ipotesi di rilancio - Fra le ipotesi venute fuori dal confronto quella della trattativa diretta con una o più compagnie, l'istituzione di un Fondo nazionale per gli scali minori, il ricorso a un prestito con l'Irfis, la cessione di un ramo d'azienda, una società unica regionale. Altro tema di discussione è stato quello sulla possibilità di trovare un accordo con Gesap di Palermo o Sac di Catania per creare un’unica società di gestione che comprenda anche quella trapanese. Ipotesi che, al momento, però non ha trovato il sostegno delle due maggiori società.
#sevolovoto - Nel frattempo continua senza sosta la mobilitazione del comitato #SeVoloVoto che da mesi sta conducendo delle iniziative per tenere alta l’attenzione sull’aeroporto di Trapani Birgi. Non solo proteste ma anche proposte per un comitato che ha uno slogan chiaro, che suggerisce la totale sfiducia nella classe politica trapanese e siciliana che in questi anni non si è attivata abbastanza per salvare e rilanciare il Vincenzo Florio. Nei giorni scorsi una delegazione del comitato ha incontrato il presidente della Regione Nello Musumeci, grazie all’intermediazione di Paolo Ruggieri. Il Comitato, fatto da cittadini, operatori turistici, imprenditori, ha le idee chiare: “la situazione è tragica, uno scalo agonizzante, parlamentari in pieno silenzio, prendiamo atto che né la Regione, socio di maggioranza, né Airgest, società che gestisce lo scalo aeroportuale, hanno individuato delle soluzioni contro la possibile chiusura di Birgi”.
Il 16 agosto la nomina di Salvatore Ombra - L’assemblea degli azionisti di Airgest, società di gestione dell’aeroporto Vincenzo Florio di Trapani Birgi, riunitasi questa mattina, ha nominato il nuovo presidente del Consiglio di amministrazione. La scelta è ricaduta sull’imprenditore marsalese Salvatore Ombra, già a capo del cda di Airgest dal luglio del 2007 al gennaio del 2012. La convocazione urgente è stata resa necessaria per le dimissioni del presidente Paolo Angius, rassegnate lo scorso 6 agosto al presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, socio di maggioranza di Airgest. Rimangono in carica i consiglieri Carmela Madonia e Saverio Caruso. Per il collegio sindacale Gerlando Piro, Carolina Cucurullo e Antonino Galfano.
I nodi della crisi Airgest - Quello che trova Ombra è, infatti, un aeroporto che vive una interminabile fase di stallo che, realisticamente, se continua così, potrebbe portarlo alla chiusura. La crisi è iniziata da quando nel marzo del 2017 è scaduto il contratto di co-marketing che permetteva - con il pagamento delle quote da parte dei comuni - a Ryanair di potere fare la sua programmazione sul “Vincenzo Florio”. Da allora tutto è bloccato, sono stati messi a disposizione i soldi da parte della Regione, circa undici milioni di euro, per fare il bando che è stato però invalidato dal TAR e rifatto più volte. Annullato dopo il ricorso di Alitalia, il bando è stato poi preparato dalla nuova stazione appaltante, di cui è capofila il comune di Marsala. Si è, però, riusciti ad assegnare appena tre lotti su venticinque. Per il resto nessuno ha presentato delle offerte. In questi mesi le proteste del comitato #sevolovoto, oggi #sevoloresto, hanno tenuta alta l’attenzione sullo scalo trapanese ma di risultati veri e propri non ce ne sono stati. Si è continuato a parlare di possibili soluzioni, di accorpamenti prima con Palermo, poi con Catania, ma si è arrivati alla nomina di Ombra con queste soluzioni che sono rimaste solo delle parole e mai fatti concreti, come spesso accade quando è la politica che deve fare scelte e trovare soluzioni.
Ad ottobre l'annuncio che Ryanair è pronta a tornare a volare su Trapani Birgi. Il manager di Airgest Salvatore Ombra ha annunciato di aver trovato l'accordo con la compagnia irlandese per un nuovo co-marketing che consentirebbe all'aeroporto di Birgi di tornare ad avere degli aerei Ryanair che faranno base al "Vincenzo Florio". L’accordo prevederebbe un investimento di 4 milioni di euro l’anno, di cui la metà dovrebbero essere sborsati dai Comuni della provincia di Trapani, e gli altri due milioni con tassa di scopo e con l’intervento delle imprese della provincia. Si parla di due aerei basati su Trapani, e qualcosa come un milione di passeggeri l’anno su Birgi entro il 2021. L’accordo avrebbe durata di 5 anni per quattro milioni di euro l’anno. Si parla di una ritrovato interesse di Ryanair all’aeroporto di Trapani Birgi. La compagnia irlandese avrebbe detto che, per andare avanti nell'accordo, vorrebbe chiusa la partita del precedente co-marketing. Il presidente di Airgest si è impegnato a versare 150 mila euro entro un mese, una somma che andrebbe quasi a dimezzare il debito di 350 mila euro che insiste con il vettore irlandese dal precedente co-marketing. Ombra ha informato i sindaci della provincia in queste ore sollecitando i morosi del precedente accordo a saldare il dovuto.
I Comuni cominciano a pagare - Il territorio mantiene il suo impegno: i comuni pagano a Ryanair la prima tranche del debito che hanno con la compagnia irlandese, in base al tanto discusso contratto di co - marketing. Le somme pari a 350 mila euro sono dovute per i mancati versamenti dell’accordo di compartecipazione vigente dal 2014-2017. Lo ha comunicato il presidente della Camera di Commercio di Trapani, Pino Pace, via whatsapp questa mattina al presidente di Airgest, società di gestione dell'aeroporto Vincenzo Florio di Trapani Birgi, Salvatore Ombra: la prima tranche del debito dei comuni trapanesi verso la compagnia aerea Ryanair è stato pagato. Il tutto è accaduto a distanza di soli tre giorni dall'incontro convocato a Trapani, lo scorso lunedì, con tutti i sindaci del territorio per sviluppare una strategia comune per il rilancio dello scalo.
I primi cento giorni del Salvatore Ombra bis al vertice dell’aeroporto di Trapani Birgi. Il presidente di Airgest ha fatto il bilancio dei suoi primi cento giorni alla guida, per la seconda volta, della società che gestisce l’aeroporto Vincenzo Florio. Ombra ha esordito il suo bilancio dei primi tre mesi ricordando che si è proposto lui al presidente della Regione Nello Musumeci per la guida di Airgest, impegnandosi a portare l’aeroporto in attivo. “Quest’anno è in perdita, dal prossimo sarà in pareggio e, spero, in utile dal 2021. Arriveremo entro la fine del 2020 ad un traffico pari o superiore da 600 a 800 mila passeggeri, per passare a oltre 1 milione e 200 mila passeggeri nel 2021, con un segno positivo di oltre il 60% rispetto al traffico odierno”. Questa è la roadmap, ma in mezzo ci sono tante difficoltà, con un aeroporto che sente parecchio la crisi dei voli e che anche per il 2020 non prevede di fare i numeri degli anni passati.