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30/12/2019 07:18:00

Omicidio a Palermo. Zio uccide per errore il nipote. E i parenti depistano le indagini

Lo zio uccide il nipote, per sbaglio. Accade a Palermo. E i parenti, anzichè aiutare la vittima, che poteva essere salvata, depistano le indagini della polizia, per evitare l'arresto del parente.

Per l'omicidio di Francesco Paolo Lombardino, carpentiere di 47 anni, avvenuto venerdì scorso, la Squadra Mobile ha eseguito un fermo nei confronti di Giuseppe Lombardino, 62 anni, zio della vittima. Il delitto per "questioni legate al consumo di stupefacenti". Un omicidio "per sbaglio", visto che il bersaglio era un altro uomo: Carmelo Testagrossa. Ma la cosa più eclatante è il depistaggio dei parenti. 

"Gli inquirenti hanno chiarito i contorni di una vicenda che era diventata un vero e proprio rompicapo a causa, sostiene la Questura in una nota, di "informazioni false e reticenti, che hanno reso difficile persino la scoperta del luogo dove l’assassinio era accaduto". Gli investigatori, però, con un paziente lavoro di analisi, hanno superato le false indicazioni rese tra gli altri dai parenti della vittima e hanno ricostruito l’accaduto. "E' stato un caso particolarmente complesso - dice il capo della squadra mobile Rodolfo Ruperti - perchè sin dall'inizio i familiari della vittima hanno deliberatamente depistato le indagini, ma alla fine siamo riusciti a ricostruire cosa era realmente accaduto. E' stato un vero e proprio depistaggio, ma il loro piano è fallito...".

"I familiari avevano provato a portarci lontano - prosegue Ruperti - ci avevano indicato un luogo, quello del ferimento, che era distante addirittura un chilometro dalla strada dove erano realmente avvenuti i fatti. Il vero luogo dell'omicidio lo abbiamo dovuto scoprire noi da soli dopo più di sei ore". 

Dalle informazioni rese note dalla polizia, l'omicidio di Lombardino sarebbe avvenuto nell'ambito di una contesa tra lo zio Giuseppe Lombardino e Carmelo Testagrossa per questioni legate al consumo di stupefacenti. Testagrossa, pregiudicato per droga, sarrebbe prima stato ferito a coltellate. Poi, nella notte tra il 26 e il 27 dicembre, Testagrossa sarebbe nuovamente stato reso di mira, sopravvivendo ad una nuova aggressione. Durante la lite, Giuseppe Lombardino avrebbe sparato alcuni colpi di pistola nei confronti di Testagrossa: l'uomo sarebbe riuscito a mettersi al riparo, ma le pistolettate hanno ferito a morte Francesco Paolo Lombardino, nipote di Giuseppe. 

Gli spari sono stati esplosi nei pressi di piazza Benvenuto Cellini, vana la corsa all'ospedale Cervello da parte dei parenti, che tuttavia sarebbe stata tardiva. La mancata chiamata al 118 sarebbe stata quindi fatale: è quanto avrebbe accertato l’autopsia condotta all’istituto di medicina legale al Policlinico. "Se solo avessero chiamato il 118 - dicono gli investigatori - Lombardino forse poteva essere salvato". Invece l'uomo è stato portato in auto al pronto soccorso dell'ospedale e lasciato lì. Ma ormai aveva perso troppo sangue ed è morto dissanguato per il proiettile che lo ha raggiunto all'inguine.

Giuseppe Lombardino, riferiscano ancora gli investigatori, era già pronto per la latitanza. Gli uomini della Squadra mobile, diretti da Rodolfo Ruperti, lo hanno infatti trovato a casa di un amico, dove si era rifugiato portandosi dietro un borsone per una fuga. Ma la sua fuga è finita subito, perché gli inquirenti sono riusciti a scovare il covo in cui si era nascosto "grazie alla complicità di alcuni parenti".