La Sicilia è maglia nera per le ore di lavoro perdute. E' infatti del 12,4% la riduzione del monte ore prima della recessione e il 2016 - ultimo anno di rilevamento dei dati regionali. L'Isola è al primo posto fra i territori meno virtuosi alla pari con il Molise, seguita in classifica da Campania (-12,6%) e Basilicata (-11%). Dal lato opposto si trova il Trentino Alto Adige con appena l'1,1% in meno. E' comunque tutto il Sud che subusce maggiormente la contrazioni da record: -10,7%, più del doppio rispetto al -5,1% del Centro, contro il -5,7% del Nordovest e il -5,8% del Nordest.
A certificare il crollo verticale è la Cgia di Mestre. Il numero complessivo delle piccole attività chiuse nell'ultimo decennio è di 200 mila unità. Chiusure che hanno portato allìemigrazione dei giovani e alla vonseguete desertificazione dei centri storici e delle periferie di piccole e grandi città.
La Sicilia è tra le regioni in cui la batosta si è fatta sentire di più, visto che, sottolinea Zabeo, «tra il 2009 e il 2018 l'Isola ha perso 12747 aziende artigiane, mentre nei primi sei mesi del 2019 hanno già chiuso 700 botteghe, per un totale di 13447 attività in 10 anni».
Sebbene dal 2015 il monte ore lavorate sia tornato a crescere, sottolinea il coordinatore dell'Ufficio studi Paolo Zabeo, «il gap con il livello pre-crisi è ancora fortissimo e a pagare il conto sono stati, in particolar modo, gli artigiani e i piccoli commercianti.