La discarica di Bellolampo, a Palermo, può diventare un Polo impiantistico industriale di eccellenza per la raccolta differenziata, che coprirebbe tutti i territori non solo dell’area metropolitana del palermitano ma anche delle province confinanti, come quella trapanese.
In un momento di crisi del settore, in cui le amministrazioni sono messe in ginocchio per i forti costi dello smaltimento anche fuori regione, spesso con i rifiuti a zonzo per la Sicilia, si pone centrale la questione non solo di innovare ma di rendere funzionale la discarica di Bellolampo per tutto il bacino della Sicilia occidentale.
E’ ovvio che bisogna ammodernare quello che già c’è e innovare con altre tecnologie che siano pure meno impattanti per l’ambiente.
Del resto l’obiettivo è proprio quello di aiutare i territori a smaltire i rifiuti raccolti in un determinato posto, riuscire così ad abbattere il costo della Tari, e allo stesso tempo incidere fortemente sulla tutela dell’ambiente, evitando di deturparlo e inquinarlo con ulteriori discariche ammassate ovunque.
Natalia Re, esperta nel settore rifiuti, ha messo a punto una proposta insieme alla Rap di Palermo, proposta che è stata poi condivisa dal gruppo siciliano di Italia Viva con la presenza del parlamentare regionale Edj Tamajo.
L’impianto consentirebbe di essere punto di riferimento per tutta la zona della parte occidentale dell’Isola, ponendo fine ai viaggi dei rifiuti e alle cosiddette mediazioni, consentirebbe ai Comuni un grande risparmio nelle tonnellate conferite potendo poi di fatto diminuire la Tari ai cittadini, un circolo virtuoso che comporterebbe anche un risparmio in emissioni di CO2 dei mezzi gommati che trasportano i rifiuti in discarica. Un equilibrio che consentirebbe a tutti di avere un ambiente più sano.
Attraverso il conferimento si recupererà energia con processi anaerobici provenienti dai rifiuti organici con conseguente produzione di biometano ed energia elettrica.
Un impianto moderno che consentirà al cittadino di ottenere un abbattimento sulla tassa grazie alla chiusura del ciclo dei rifiuti per tutte le frazioni specifiche, producendo così beni e lavoro, nel pieno rispetto delle direttive europee.