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22/01/2020 12:04:00

Di Maio si dimette da capo politico del M5s

 Oggi Di Maio lascia la carica di capo politico dei Cinque Stelle. Lo aveva preannunciato: «Resto alla Farnesina, ma è il momento di un passo indietro dal partito. Sono stanco, esausto, deluso, incazzato».

Beppe Grillo: «Si è rotto qualcosa, inutile nascondercelo». Si suppone che l’addio alla leadership sia anche connesso alla probabile débâcle grillina domenica prossima in Emilia. Conseguenze sul governo non dovrebbero essercene. Ha detto Franceschini: «Andiamo avanti, nessuno tra loro vuole far cadere l’esecutivo. Per andare dove, tra l’altro?». Zingaretti: «Di Maio si dimette? Non mi fa piacere». Quanto alle diatribe interne, ci si figura che Di Maio possa prepararsi meglio, da dimissionario, a una controffensiva in occasione degli Stati generali (13-15 marzo) per riprendersi il partito. O che prepari una scissione e, con questa, la fine del governo. Tra i successori possibili: Di Battista, Patuanelli, Roberta Lombardi.

Nessuna intesa a Palazzo Chigi sulla riforma del processo penale. Il nodo è ancora una volta quello della prescrizione. Matteo Renzi alla radio ha bollato come incostituzionale la proposta del premier che distingue il blocco della prescrizione a seconda del verdetto di primo grado.

Altri due deputati se ne vanno dal M5s

I deputati Michele Nitti e Nadia Aprile hanno lasciato il gruppo grillino di Montecitorio. Un addio legato alle mancate restituzioni degli stipendi, come hanno sottolineato dal Movimento: «Basta andare sul sito tirendiconto.it per vedere che Nadia Aprile ha effettuato la sua ultima restituzione a dicembre 2018, mentre per Michele Nitti le restituzioni sono ferme ad Aprile 2019 e per tale motivo i due andavano incontro ad un provvedimento disciplinare». Oggi, infatti, i probiviri del M5s decideranno sulle sanzioni da irrorare ai parlamentari morosi. Nitti, direttore, d’orchestra, e Aprile, commercialista, erano stati eletti alla Camera nel collegio uninominale della Puglia.