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31/01/2020 06:00:00

Mazara: Rosalia Garofalo, morta per mano di suo marito e del silenzio attorno a lei...

di Rossana Titone - Si è scoperto nella giornata di ieri un femminicidio consumato a Mazara, la vittima è una donna di 52 anni, Rosalia Garofalo. Sono notizie che ci fanno rabbrividire, che ci fanno percepire quanto ancora c’è da fare.

Le associazioni coprono un territorio ampissimo e rendono il tempo impiegato come volontariato, al netto delle preoccupazioni che si portano dentro casa per tutto quello che ascoltano. Dove è allora il corto circuito? Nel tessuto sociale e familiare delle stesse vittime, colpite dal senso di colpa nell’avere denunciato il proprio compagno, uomo, marito. Lo fanno per la famiglia, per quella gabbia che hanno costruito e che sarà anche la loro tomba.

Rosalia era legata a suo marito da trenta anni, una vita passata con il terrore di essere ammazzata lì, tra quelle mura. La gelosia il movente del delitto. Inizia così il 2020, con il sangue che sgorga, con una donna che è stata riempita di botte per tre giorni consecutivi senza mai avere soccorso, ha spirato il suo ultimo sospiro, liberandosi di quell’uomo violento.

Lo aveva denunciato, perdonato, denunciato.

Quel circolo vizioso che ha creato non l’ha fatta volare oltre lo stereotipo di una donna che non può lasciare il marito, la vergogna di affrontare un processo per maltrattamenti è una condanna troppo forte da subire. Così Rosalia tornava a casa, riprendeva le botte, piangeva, si curava le ferite: quelle del corpo, perché quelle dell’anima avevano solchi inguaribili.

Il Codice Rosso, legge emanata nell’estate 2019, non ha creato le condizioni per essere appieno utilizzato, non ci sono risorse allocate.

Aveva lanciato il grido di allarme Francesco Greco, Procuratore capo di Milano: “Da quando è entrato in vigore il codice rosso, ci sono 30 allarmi al giorno, pari al numero di casi che vengono immediatamente segnalati in Procura dalle forze dell’ordine, e questo ci impedisce di concentrarci sui casi più gravi”.

Una norma non basta se non ci sono i mezzi e le risorse, sia umane che finanziarie, per poterla rendere operativa nelle Procure e tra le forze dell’ordine, ancor di più serve una incidenza nella coscienza cittadina attraverso una adeguata formazione scolastica e familiare.
Serve una rivoluzione culturale che non sia la passerella del 25 novembre e men che meno quella dell’8 marzo. Ogni giorno, ad ogni ora, nessuno abbassi lo sguardo.

Una vita vissuta nel terrore dell’oggi e nella paura del domani non è vita, Rosalia è morta per mano di suo marito, e di tutto quel silenzio che attorno a lei è esploso nel rumore più forte ieri notte.  Qui sotto il video dell'arresto di Vincenzo Frasillo: