Ha tutti gli elementi della tragedia “annunciata” quella che si è consumata mercoledì sera a Mazara del Vallo. La tragedia di Rosalia Garofalo la donna di 52 anni morta dopo aver subito per tre giorni le violenze del marito, arrestato per omicidio.
Il corpo senza vita donna è stata trovato riverso sul letto matrimoniale e presentava gravi segni di percosse su tutto il corpo.
L’uomo, condotto in Commissariato, per tutta la notte è stato sottoposto a interrogatorio, alla presenza del suo difensore. Alla fine è crollato. “Mia moglie mi tradiva - ha continuato a ripetere nell’interrogatorio – però non l’ho uccisa, l’ho picchiata solo lunedì, poi basta”.
Il sopralluogo della Polizia Scientifica e l’ispezione del cadavere, eseguita dal medico legale, hanno però accertato che la donna è stata ripetutamente malmenata negli ultimi tre giorni, senza ricevere cure.
Poi, mercoledì sera, alle 20.30 circa il marito, Vincenzo Frasillo, 54 anni, chiama il 118. “Mia moglie sta poco bene”.
I sanitari arrivati sul posto non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Sul suo corpo
Il sostituto procuratore di Marsala Marina Filingeri ha emesso un provvedimento di fermo per l'uomo Frasillo disoccupato e pregiudicato.
“Mai vista una cosa del genere in tanti anni di indagini, il corpo della donna era pieno di lividi”, ha detto Fabrizio Mustaro, capo della squadra mobile di Trapani che svolge le indagini insieme ai poliziotti del commissariato di Mazara del Vallo. La donna è stata picchiata lunedì a sangue, ma anche nei giorni successivi come emerge dai primi esami sul cadavere.
Un femminicidio atroce, quasi annunciato. Perchè la donna in passato aveva denunciato il marito per i maltrattamenti subiti. Tre le denunce presentate alle autorità, l'ultima ad ottobre. Poi ritirata, anche questa. Si era fidata dell'uomo con cui era sposata da 30 anni. Aveva detto però che non sarebbe più andata a vivere con lui. Basta con quella relazione malata. Basta con le violenze. Ma in via Calipso la tragedia si è consumata ugualmente. Rosalia era stata per un periodo ospite in una comunità che dà riparo alle donne vittime di violenze e maltrattamenti.
Un delitto feroce, prolungato, annunciato, su cui non ha potuto nulla neanche il recente “codice rosso” introdotto in materia di violenze di genere.
La legge sul femminicidio introdotta lo scorso luglio inasprisce le pene sui retati di genere, ma soprattutto ha introdotto l'accelerazione delle indagini in caso di denuncia di atti persecutori e maltrattamenti. Gli articoli da 1 a 3 del ddl intervengono sul codice penale prevedendo, a fronte di notizie di reato sui delitti di violenza domestica e di genere che la polizia giudiziaria, acquisita la notizia di reato, riferisca immediatamente al pubblico ministero, anche in forma orale. Alla comunicazione orale seguirà senza ritardo quella scritta. Il pubblico ministero, entro 3 giorni dall'iscrizione della notizia di reato, assume informazioni dalla persona offesa o da chi ha denunciato i fatti di reato e nel caso scattano le indagini di polizia giudiziaria.
Ma nessuna procedura si sarebbe attivata in sua tutela. Il codice rosso non è scattato per Rosalia. Di recente al Tribunale di Marsala si è anche attivato uno sportello antiviolenza proprio per rendere più immediate le procedure di protezione in favore di donne vittime di violenza.
“Questo ennesimo femminicidio si poteva evitare e chiama in causa tutti”. Lo affermano Elvira Morana e Antonella Granello responsabili per le politiche di genere, rispettivamente, per la Cgil Sicilia e per la Cgil di Trapani a proposito dell’uccisione ieri, a Mazara del Vallo, di una donna da parte del marito. Le due sindacaliste della Cgil rilevano, ancora una volta, la “solitudine della donna, che non ha ricevuto sostegno e che ha ritirato le denunce non certo perché aveva perdonato i maltrattamenti".
“Le difficoltà delle donne – dicono Morana e Granello - si scontrano drammaticamente contro la mancata e corretta diffusione e informazione delle reti territoriali antiviolenza, che operano con grande difficolta' a sostegno delle donne. Ecco perché – concludono le sindacaliste - gli obiettivi e le azioni legate alla prevenzione, alla protezione e alla punizione del piano contro la violenza devono trovare concreta attuazione”.
“Casi come questo devono essere maggiormente attenzionati, e con più velocità, da tutte le istituzioni”, ha commentato Don Francesco Fiorino che segue con la sua Opera Pia anche i casi di violenza di genere. “Tempo fa abbiamo assistito una donna vittima di maltrattamenti. Abbiamo preso lei e il figlio, li abbiamo portati al pronto soccorso e poi li abbiamo fatti ospitare in una comunità protetta. In quel caso anche dietro nostro suggerimento ha deciso di allontanarsi dall'uomo. I vicini, i parenti, non sapevano nulla di questa situazione?”.
Tante domande che adesso si avanzano. Su chi poteva aiutare Rosalia, e se si poteva evitare un omicidio quasi annunciato.