Diventa un caso, a Trapani, l’affidamento, da parte del Comune, dell’ambulatorio veterinario di via Tunisi all’associazione di volontari “Progetto Casa Code Felici”. A sollevarlo la consigliera comunale, Anna Garuccio ed Enrico Rizzi capo della segreteria nazionale del Partito animalista europeo.
“Manca il contratto – denuncia Garuccio -, mancano documenti fondamentali di cui l’associazione non è in possesso. Ho passato mezzo pomeriggio negli uffici competenti del VII settore di via Libica – spiega la consigliera – ed ho avuto conferma dell’assenza ad oggi di un contratto con la suddetta associazione da parte del Comune di Trapani, contratto che non può in questo momento essere stipulato in quanto mancano determinati documenti fondamentali tra cui l’essenziale iscrizione all’Albo delle associazioni animaliste della Regione siciliana”.
Ma non è tutto. “ Ho accertato – prosegue Garuccio - che la documentazione dell’associazione è carente e che non esiste, infatti, per questo motivo alcun contratto tra il Comune di Trapani e l’associazione “Progetto Casa Codine Felici” che potrà essere stipulato solo qualora essa produca tali documenti, sempre se vengano prodotti e valutati positivamente dagli organi regionali e sanitari preposti”.
“Con quale autorità – si chiede Anna Garuccio - il sindaco di Trapani, incurante di tutto ciò e della lettera dell’ASP datata 27 gennaio 2020 in cui rende noto al Comune il parere negativo a causa della “documentazione poco chiara e incompleta”, affida la struttura ugualmente? “. Enrico Rizzi, invece, ha presentato diffida contro il Comune, chiedendo la revoca della deliberazione adottata dalla Giunta comunale.
Nella delibera si legge che l’affidamento del servizio di accalappiamento e della gestione della struttura è avvenuto “per garantire nell’ambito del territorio comunale le attività finalizzate alla tutela e al controllo della popolazione canina per prevenire il randagismo e fenomeni di maltrattamento degli animali”. Ma il caso ormai è scoppiato.