Stava progettando una spedizione punitiva a Mazara del Vallo. Da Balestrate voleva vendicarsi e uccidere l'acquirente per una partita di droga non pagata, Alfonso Scalici, arrestato questa notte dai Carabinieri del Gruppo Monreale, ritenuto boss di Balestrate.
45 mila euro il credito vantato per aver venduto un chilo di cocaina all'acquirente mazarese.
I magistrati della procura distrettuale antimafia di Palermi ritengono che Scalici fosse pronto ad una missione punitiva, una gambizzazione, o anche un omicidio. Stanotte è scattato il blitz, nei confronti di due persone. Oltre ad Alfonso Scalici, accusato di associazione mafiosa e spaccio di droga, in manette è finito Maurizio Conisgliaro, accusato di spaccio.
Le indagini hanno svelato che il progetto punitivo era già in fase avanzata. Scalici aveva addirittura già chiesto l'autorizzazione ad alcuni boss mafiosi della provincia di Trapani, proprio perchè l'omicidio doveva compiersi a Mazara del Vallo.
Una estrema soluzione per una partita di droga venduta due anni fa e per la quale non aveva ancora ottenuto il denaro, 45 mila euro, nonostante i tanti tentativi.
Il boss di Balestrate, come emerso dall'indagine della dda di Palermo, condotta dai carabinieri di Partinico, voleva anche gestire l'appalto per la nuova villa comunale. Non solo droga e appalti, ma anche estorsioni, furti e altri affari sono le attività venute fuori dall'ultima inchiesta sulla mafia in provincia di Palermo.
Questa la nota stampa dei Carabinieri.
La Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia presso il Tribunale di Palermo ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto, eseguito nelle prime ore della mattinata odierna dai Carabinieri della Compagnia di Partinico, nei confronti di due indagati ritenuti responsabili, il primo, Scalici Alfonso di Balestrate, per reati di associazione mafiosa, acquisto per lo spaccio di un ingente quantitativo di sostanza stupefacente del tipo cocaina ed estorsione, il secondo, Conigliaro Maurizio di Palermo, solo per l’acquisto dell’ingente quantitativo di sostanza stupefacente in concorso con il primo.
La ricostruzione investigativa effettuata dalla Direzione Distrettuale palermitana permetteva di rilevare significativi elementi di riscontro in ordine all’appartenenza di Scalici alla famiglia mafiosa di Balestrate (inquadrata all’interno del mandamento di Partinico); utili elementi in tal senso si ricavano anche dalle dichiarazioni rese nel gennaio 2019 da Bisconti Filippo, divenuto collaboratore di giustizia a seguito del fermo del precedente dicembre 2018 nell’ambito dell’operazione convenzionalmente denominata “CUPOLA 2.0”.
Concreti elementi circa la forza di intimidazione espressa sul territorio del comune di Balestrate da Scalici emergono dall’analisi delle modalità cui lo stesso è ricorso per il recupero di somme di denaro di cui gli erano debitori vari acquirenti di stupefacente, nonché per la gestione di rapporti e la conduzione di affari con terzi. In particolare, sono emersi indizi anche in relazione ad una richiesta estorsiva nei confronti di un cittadino balestratese; alla programmazione del furto di un automezzo in danno di un imprenditore di Borgetto (PA) attivo nel settore vinicolo (azione che Scalici intendeva compiere avvalendosi della collaborazione di pregiudicati contigui al mandamento di Palermo Porta Nuova); all’organizzazione della turbata libertà degli incanti nel bando di gara che il comune di Balestrate indirà prossimamente per la gestione della locale villa comunale.
Nel corso delle indagini che determinavano l’ufficio della Procura all’emissione del provvedimento di fermo, Scalici emerge altresì per una vicenda relativa alla programmazione di un'azione di fuoco finalizzata ad uccidere ovvero gambizzare un ragazzo mazarese debitore nei confronti di Scalici e di suoi fornitori palermitani – tra i quali anche il Conigliaro – della somma di 45.000,00 euro a seguito della cessione di 1 kg di cocaina avvenuta due anni addietro.
Per la risoluzione di tale problematica, Scalici programma di avvalersi, oltreché del Conigliaro, anche di un altro pregiudicato palermitano, premurandosi di informare di tale iniziativa – richiedendo quindi implicitamente un’autorizzazione a procedere nel senso – soggetti vicini al mandamento di Mazara del Vallo.