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07/02/2020 06:00:00

Mafia, Alfonso Scalici tra Cosa nostra palermitana e trapanese e il suo progetto omicida

Dalla gambizzazione, all’omicidio, al rogo del corpo, erano queste le modalità con le quali, Alfonso Scalici, boss di Balestrate, arrestato ieri notte dai Carabinieri del Gruppo Monreale, doveva scegliere di compiere l’agguato nei confronti del giovane mazarese Michele Giacalone a cui aveva venduto una partita di cocaina da un kg, dal costo di 45mila euro mai pagati.

Chi è Alfonso Scalici – Per gli inquirenti è un boss di spicco della famiglia mafiosa di Balestrate che fa parte del mandamento di Partinico ed è soprattutto una figura di collegamento fra il mandamento mafioso di Partinico e quelli trapanesi. Dalle indagini emergono i rapporti tra Scalici ed esponenti della mafia palermitana. "Emerge la riconosciuta appartenenza di Scalici alla famiglia mafiosa di Balestrate, di cui è stata confermato l'inserimento nel mandamento di Partinico – afferma il tenente colonnello Luigi De Simone comandante del gruppo dei carabinieri di Monreale, -. A Scalici è stata inoltre riconosciuta una leadership criminale sul territorio ed era pianificatore ed esecutore di azioni mafiose, come estorsioni, traffico di stupefacenti e altri reati".

Le accuse - Le accuse nei suoi confronti da parte della procura distrettuale antimafia di Palermo sono associazione mafiosa, acquisto per lo spaccio di un ingente quantitativo di cocaina ed estorsione. Oltre ad Alfonso Scalici, accusato di associazione mafiosa e spaccio di droga, in manette è finito Maurizio Conigliaro, accusato di spaccio, il quale avrebbe acquistato da Scalici un ingente quantitativo di sostanza stupefacente.

La programmazione dell'agguato -  Le indagini hanno svelato che il progetto punitivo era già in fase avanzata. Scalici aveva addirittura già chiesto l'autorizzazione ad alcuni boss mafiosi della provincia di Trapani, proprio perchè l'omicidio doveva compiersi a Mazara del Vallo.
Una estrema soluzione per una partita di droga venduta due anni fa e per la quale non aveva ancora ottenuto il denaro, 45 mila euro, nonostante i tanti tentativi. Scalici avrebbe chiesto la collaborazione sia di Conigliaro che di un altro pregiudicato palermitano, chiedendo il consenso a soggetti vicini al mandamento di Mazara del Vallo.

L’intercettazione in cui Scalici parla del suo proposito di vendetta -... Faccio passare un po' di tempo e mi vado a levare questa spina dal dito ... lo devo andare ad ammazzare ... Ultimamente con mio compare e un altro picciotto abbiamo pensato ce l'andiamo a prendere ce lo mettiamo nel furgone ce ne andiamo verso Gallitello... ce ne andiamo verso Gallitello... ci buttiamo un bidone di benzina gli diamo fuoco ... e prima che fanno il riconoscimento... guanti di paraffina... cose... non c'è ne sono più!. Ma questo vero è venuto da me e mi ha fottuto un chilo di coca?". E’ questa l’intercettazione telefonica in cui Alfonso Scalici parla con Riccardo Di Girolamo, un pregiudicato di Mazara del Vallo ai domiciliari a Marsala, che Scalici contatta per comunicargli il suo progetto di uccidere Michele Giacalone, il giovane mazarese che non gli ha pagato un chilo di cocaina da circa 45mila euro. Una comunicazione, secondo gli uomini della Dda di Palermo che ha una doppia valenza: "richiedere al proprio interlocutore di promuovere un intervento da parte di terzi" per convincere Giacalone a pagare e chiedere, "consapevole delle regole che vigono in Cosa Nostra, implicitamente, un nulla osta a procedere in territorio altrui all'eventuale omicidio".

L’intercettazione di chi doveva commettere l’agguato punitivo - "Se tu la vuoi fare ...noi dobbiamo acchiappare al ragazzino e gli spariamo alle gambe e basta. ... basta che mi dai un ferro a me ed un ragazzo che mi guida una moto e gli tiriamo di sopra ...per me ci possiamo andare!!! ... Se tu vuoi io ci vado a parlare di nuovo ma secondo me è tempo perso ... gli spariamo alle gambe e ce ne liberiamo! L'unica è questa". Sono queste le parole di Salvatore Montagna, uno dei due uomini che Alfonso Scalici, il presunto boss di Balestrate, coinvolge nel suo proposito di vendetta nei confronti di Michele Giacalone, il giovane mazarese colpevole di non avergli ancora pagato la partita di cocaina.