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09/02/2020 06:00:00

Rifiuti in Sicilia: le criticità, gli affari, le infiltrazioni della criminalità

 In Sicilia il sistema di gestione e smaltimento dei rifiuti, nell’attesa che venga definito prima o poi, il nuovo piano rifiuti, continua a non funzionare. Mancano le strutture e gli impianti adeguati, le città sono sempre più spesso invase dall’immondizia e 700 mila tonnellate di rifiuti costringono le discariche ad un sovraccarico o lo stop delle stesse o addirittura l’esportazione dei rifiuti tramite 78 tir al giorno il che produce un aggravio sui costi che penalizza ulteriormente i siciliani con il pagamento della tassa sui rifiuti tra le più care d’Italia.

In questo sistema di organizzazione così deficitario si inserisce, ci sguazza e ci guadagna la criminalità organizzata che sfrutta la connivenza di alcuni colletti bianchi della pubblica amministrazione, secondo quanto riportato dall’ultima relazione della DIA.

Con lo smaltimento in discarica al 73% dei rifiuti urbani ed una raccolta differenziata ferma al 22%, anche se in aumento e con l’impegno per realizzare gli impianti la situazione siciliana continua ad essere critica e inadeguata e continua e non avere ancora un’idea di impianti di recupero energetico e tutto ciò è confermato dal report, di Ref che ha fatto un focus proprio sulla Sicilia come esempio di regione inadeguata a trovare soluzioni virtuose.

Per ovviare ai problemi delle discariche colme e dell’emergenza sanitaria ci sono 78 TIR che ogni giorno trasferiscono i rifiuti fuori dai confini dell’Isola e in alcuni casi anche all’estero, anche se questa soluzione ricade sui cittadini con l’aumento come dicevamo della tassa sui rifiuti. La Sicilia è la terza Regione con 78 Tir al giorno –fanno peggio solo il Lazio (162) e la Campania (142).
In queste tre regioni Italiane, con il maggior deficit impiantistico a livello regionale, sono quelle dove i costi del servizio di raccolta sono più alti in cima. Secondo la stima effettuata da Ref, una famiglia di tre componenti, con un immobile da 108 mq, nel 2019 avrà pagato 382 euro in Sicilia – solo Campania (447) e Lazio (383) davanti –, un centinaio di euro in più rispetto alla Lombardia e al Veneto (246 euro).

In Sicilia l’infiltrazione nel settore dei rifiuti avviene in diverse modalità, in particolare con l’affidamento diretto da parte degli Enti locali, dei servizi di raccolta, trasporto, trattamento e conferimento a ditte e società gestite da affiliati a Cosa nostra e in altre circostanze, grazie a estorsioni o intimidazioni nei confronti delle imprese ‘sane’ che vengono assorbite o ‘fidelizzate’.