Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
11/02/2020 06:00:00

Mafia, Eden 3 e la narcorete di Matteo Messina Denaro nel milanese

  Si sposta a Milano parte dell’indagine Eden 3. Sei delle posizioni dei 19 indagati sono state trasferite da Palermo alla Procura di Milano che ha chiuso le indagini e ora dovrà chiedere o il rinvio a giudizio o l’archiviazione.

L'operazione antimafia Eden 3 del novembre scorso, condotta dai carabinieri del Ros, dal Comando provinciale di Trapani e dai finanzieri del Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo, ha permesso di scoprire nel milanese una maxi-associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti sotto l’egida di Cosa nostra e del boss castelvetranese Matteo Messina Denaro. Agli arresti finirono tre trafficanti di droga che dal 2013 al 2018 avrebbero importato grosse quantità di hashish lungo la rotta Marocco-Spagna-Italia. Agli indagati in tutto 19 sono contestati i reti di traffico di droga e spaccio non aggravati dal metodo mafioso, anche se, secondo la Procura molti indagati agivano per sostenere i detenuti della famiglia mafiosa vicina al boss Messina Denaro.

I tre arrestati, l’ex avvocato Antonio Messina, 73 anni, Giacomo Tamburello, 59 anni, e Nicolò Mistretta, di 64, tutti originari di Campobello di Mazara e pluripregiudicati per traffico di droga, sono considerati vicino al boss latitante da 27 anni e tutti strettamente legati ad “affari” milanesi e al suo hinterland.

Antonio Messina, Fidanzati e l'incontro a Trapani con "iddu" -  Per gli inquirenti Antonio Messina ha un ruolo di rilievo e si è anche adoperato per dirimere i contrasti insorti per ragioni economiche tra gli associati, incontra il narcotrafficante Giuseppe Fidanzati, figlio del boss Gaetano fidanzati, a capo della famiglia mafiosa dell’Acquasanta. Fidanzati che è indagato parla di una persona che ha incontrato a Trapani in stazione e che chiama “iddu”. Secondo gli inquirenti quella persona è Matteo Messina Denaro o il nipote Francesco Guttadauro.

Gli altri personaggi di spicco della narcorete - Tra le altre persone indagate c’è Luigi Mendolicchio che, secondo gli inquirenti faceva incontri legati al traffico di droga preso l’autosalone Pegaso di Milano e rappresenta l’anello di congiunzione tra i trafficanti vicini a Messina Denaro e il calabrese Vincenzo Stefanelli (indagato). E dalle indagini emergono i rapporti tra Mendolicchio e i vertici della criminalità attraverso il milanese Massimo De Nuzzo, trafficante vicino alla cosca calabrese dei Di Giovine. Tra coloro che risultano acquirenti del gruppo siciliano ci sono Giovanni Brigante e Andrea De Curtis (entrambi indagati a Palermo). De Curtis è stato coinvolto nell’operazione "Terra Bruciata".

Altro nome di spicco è il calabrese Giovanni Morabito con il quale Tamburello pianifica l’acuisto di una partita di 300 chili di hashish. E Morabito, parente del narcortrafficante Leo Talia, ha acquistato una casa a Peschiera Borromeo dove gli uomini della Dda di Palermo hanno immortalato gli incontri tra i trafficanti campobellesi e Giuseppe Fidanzati. Questa la narcorete del boss Matteo Messina Denaro all'ombra della Madonnina.