Pensare l’immigrazione, fuori dai luoghi comuni, è possibile. Ma soltanto se si è disposti a leggere i numeri reali del fenomeno, osservandolo senza il timore di un'imminente e incontrastabile invasione.
Per questo, un ottimo vademecum è sicuramente l’ultimo lavoro di Maurizio Ambrosini L’invasione immaginaria (Laterza, pp. 171; 14€). Ambrosini si assume il compito di smascherare i falsi totem e i fantasmi costruiti, e quotidianamente rafforzati, dalle politiche sovraniste.
“Sappiamo che la comunicazione vive di sensazionalismi”, scrive Ambrosini, “riprende e divulga ciò che rompe la normalità, ma questo approccio è diventato il modo usuale di trattare un insieme di fenomeni sociali variegati come quelli migratori”.
E l’autore non si limita soltanto a demistificare le notizie false che ormai hanno preso il sopravvento, ma propone idee e politiche concrete per affrontare uno dei temi più complessi del nostro presente.
Maurizio Ambrosini è docente di Sociologia delle migrazioni nell’Università degli Studi di Milano. Insegna anche nell’Università di Nizza e nella sede italiana della Stanford University. È responsabile scientifico del Centro Studi Medì di Genova, dove dirige la rivista Mondi migranti e la Scuola estiva di Sociologia delle migrazioni, e consulente dell’ISPI. Collabora con Avvenire e con lavoce.info. Dal luglio 2017 fa parte del CNEL, dove è responsabile dell’organismo di coordinamento delle politiche per l’integrazione. È autore, tra l’altro, di Sociologia delle migrazioni e Sociologia (con L. Sciolla), manuali adottati in molte università italiane.