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27/02/2020 06:00:00

Marsala, caso Palasport. L'organizzatore: "Altro che razzismo, scambiato per un altro"

 Guido Roperti, uno degli organizzatori del carnevale di Marsala al Palazzetto dello Sport. Domenica è scoppiato il caso del ragazzo che ha scritto di non essere entrato alla serata di carnevale perché di colore. Sui social poi è stato montato un caso inesistente di “razzismo”. Qualcuno chiedeva di chiudere il palazzetto. Ci spiega cosa è successo?

Chiariamo una volta per tutte il fatto che Alì l’ingiustizia l’ha subita veramente. Lui voleva venire a ballare ma non è stato ritenuto idoneo, all'ingresso, dal servizio sicurezza. Lui come tante altre persone. Alì  non è entrato non per motivi di razzismo ma perché ritenuto "soggetto a rischio", ma come lui tanti altri ragazzi. Io conosco Alì da anni e se l’ingiustizia l’ha subita, perché non è entrato in un luogo dove voleva divertirsi, l’ha subita per altri motivi che non c’entrano nulla con il razzismo.

Molte persone hanno perso l’occasione di stare in silenzio. Qualcuno su questa cosa ci voleva costruire dibattiti e iniziative varie…

Se una persona qualsiasi sui social scrive la parola "vergogna" ci può anche stare. Ma una persona che fa di professione l’avvocato, e  sa come funzionano queste cose.. prima di sentenziare e scrivere la parola "vergogna" e non solo, è giusto che senta l’altra parte della campana, senta l’organizzatore, chieda alla sicurezza e all’amico che organizza, visto che ci conosciamo tutti. Da premettere che chi lavora lì come addetto alla sicurezza è iscritto all’albo prefettizio. Poi succede che la gente ti ferma per strada e mi dice: "ma Guido cosa ti ha fatto quel ragazzo, cosa ha combinato." Io non ce l’ho con Alì, perché ripeto, l’ingiustizia l’ha subita, ma ce l’ho con questi moralisti, questi bulletti che per recuperare qualche voto, o per cercare di dare un po’ di sale alla propria coalizione, scrivono alcune cose, prendono qualche centinaia di mi piace sui social e sono appagati.

Roperti, lei ha parlato di ingiustizia che Alì avrebbe subito, spieghiamo perché?

E’ successo che la persona addetta all’ingresso ha fatto entrare alcuni amici di Alì e lui no perché è stato scambiato per una persona che non era. Alì non è entrato, dunque, non perché di colore ma per un semplice equivoco. E' stato scambiato per un altro soggetto che in altre serate e in altri luoghi aveva creato dei problemi. Tutto qui. Su mille ingressi, mediamente, sono una cinquantina le persone che vengono respinte dalla sicurezza perché potenzialmente pericolose. Tutto qui.  Volevo dire a questi “buonisti” che ci hanno accusato di razzismo, che se vogliono fare campagna elettorale la devono fare in altro modo e non così...