La Corte di Cassazione ha confermato la condanna erariale inflitta in appello dalla Corte dei Conti nei confronti di Giulia Adamo per il caso delle “spese pazze” all'Ars.
Adamo dovrà pagare 181 mila euro per le somme erogate al suo schieramento, quando era presidente del gruppo Udc all'Assemblea regionale siciliana, e utilizzati “per fini non istituzionali. Si tratta di somme che si riferiscono al periodo tra il 3 novembre e il 24 agosto 2012, quando Adamo si dimise da deputato regionale una volta eletta sindaco di Marsala.
Quella della Cassazione è una sentenza che peserà sulla campagna elettorale di Marsala. Adamo infatti ha deciso di ricandidarsi sindaco della città, dopo aver ricoperto questo ruolo già tra il 2012 e il 2014.
La sezioni Unite civili della Cassazione hanno depositato oggi il verdetto, ma la decisione era stata presa nella camera di consiglio già lo scorso 17 dicembre, respingendo il ricorso di Giulia Adamo contro la sentenza della Corte dei Conti Siciliana. In primo grado per Adamo, difesa dall'avvocato Alessandro Dagnino, era stata più pesante: 244 mila euro.
Nel frattempo si attende, tra meno di un mese, la sentenza nel processo ordinario, al Tribunale di Palermo, sempre per il caso delle spese pazze all'Ars in cui Adamo è accusata di peculato. Per l'ex sindaco ed ex deputato regionale la procura ha chiesto una condanna a 3 anni e nove mesi di reclusione. Una decisione che potrebbe sovvertire gli equilibri della prossima campagna elettorale. Adamo ha detto che se condannata non si candiderà. Ma quanto peserà, invece, la condanna definitiva della Cassazione per il danno erariale?