L'attività di rilancio svolta in questi anni dall'autorità di sistema portuale della Sicilia Occidentale ma anche le minacce ricevute da ambienti malavitosi fin dal suo arrivo a Palermo, - un anno e mezzo fa, il presidente ha ricevuto nel suo ufficio una busta con all'interno un proiettile - sono state al centro dell'audizione di Pasqualino Monti in Commissione parlamentare Antimafia.
Monti ha illustrato l'attività di rilancio dei porti dal 2017 - anno del suo insediamento - e che ha visto l'apertura di circa 45 cantieri, con un preciso obiettivo: far rinascere l'economia del mare. Sono state avviate, inoltre, opere di infrastrutturazione e accordi commerciali nazionali ed internazionali, rispetto ai quali sono stati e - ha fatto sapere Monti - saranno investiti centinaia di milioni di euro.
«I ricavi dell'Autorità di Sistema portuale - ha detto Monti - sono passati dai 25 milioni del 2017 ai 153 del 2019, adesso ci occorrono 80 milioni per la realizzazione degli investimenti per completare il porto green con l'elettrificazione delle banchine, l'efficientamento energetico, e il consolidamento e l'allungamento dei moli per ospitare navi XL Class». Cosa nostra è pronta a inserirsi in affari milionari, come quelli avviati grazie alle opere e agli accordi commerciali sia nazionali che internazionali promossi dall'autorità. Monti, in Commissione, ha parlato degli interventi, messi in atto in questi anni, che hanno comportato la revoca di un numero elevato di concessioni in aree del demanio marittimo, con l'eliminazione di posizioni di privilegio e d'illegalità radicate. Inoltre sono in corso di realizzazione strutture ricettive destinate alla riqualificazione delle aree interessate, oggi del tutto abbandonate e di fatto soggette al controllo territoriale delle famiglie mafiose.