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04/03/2020 08:39:00

Marsala – Cane soppresso perché malato, veterinaria e due operatori canile municipale assolti

 E’ finita con tre assoluzioni, in Tribunale, una vicenda giudiziaria che ha visto coinvolti la veterinaria salemitana Maria Rosa Argentieri, di 63 anni, all’epoca dei fatti (fine gennaio 2017) responsabile del servizio sanitario del canile municipale di Marsala, e i due operatori dello stesso canile: i marsalesi Vito La Grutta, di 50 anni, e Giuseppe Romeo, di 60, entrambi dipendenti comunali.

Era accaduto che la dirigente della scuola “Mario Nuccio” aveva telefonato al canile segnalando che davanti la scuola c’era un cane che stava male. Vengono, quindi, inviati sul posto due operatori (La Grutta e Romeo) che prendono l’animale e lo portano al canile, dove la veterinaria visita la bestiola e si accorge che non solo ha compromessi alcuni organi interni, ma ha anche la “leishmaniosi”. E quindi rischia di infettare tutti gli altri cani e persino le persone. Per questo motivo, ne decide la soppressione. L’eutanasia viene fatta con una fiala di “Tanax”. Ma sulla base di una “fonte confidenziale”, viene avviata un’inchiesta che conduce sotto processo sia la Argentieri che i due operatori del canile ai quali fu ordinato di andare a prendere l’animale. Adesso, però, a distanza di oltre tre anni, accogliendo le richieste dei loro difensori, gli avvocati Calogera Falco e Antonino Rallo, il giudice monocratico Lo Verde li ha assolti tutti con la formula “perché il fatto non sussiste”. Eppure, hanno sottolineato i due difensori nelle loro arringhe, “l’operazione è stata addirittura denominata canile lager”. L’avvocato Falco, legale della veterinaria, ha parlato di “macchina del fango” avviata contro il canile di Marsala, “per il quale, però – ha aggiunto – i carabinieri del Nas hanno poi detto che era tutto regolare”. Alla Argentieri, inoltre, ha continuato il difensore, “bisognava dire soltanto grazie per avere evitato che il cane ammalato infettasse con la leishmaniosi tutti gli altri cani e le persone”. L’avvocato Antonino Rallo, difensore di La Grutta e Romeo, ha sostenuto che per i suoi due clienti il processo non doveva neppure celebrarsi. “Hanno soltanto eseguito l’ordine di prendere il cane davanti la scuola Mario Nuccio e portarlo al canile – ha detto il legale – Non potevano certo essere accusati di concorso in maltrattamento e uccisione di animale. Non era compito loro decidere se il cane andava soppresso oppure no”. All’epoca, sui social e sul web, dicono gli avvocati Antonino Rallo e Calogera Falco, “la notizia fece parecchio scalpore. Il canile municipale di Marsala fu al centro di accuse ingiuste e polemiche. E invece non è stata commessa alcuna irregolarità”.