Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
11/03/2020 08:52:00

Il tempo imperfetto del coronavirus, tra egoismi e responsabilità. Riscopriamo la cultura

 In questo tempo così imperfetto dove si raccontano anche i silenzi capita che ci si fermi ad ascoltare quella imperfezione che parla di noi, del nostro essere comunità.


Mai come adesso si sente forte il senso di una responsabilità sociale .
Ci accorgiamo come sia necessario, elementare, ripetere che la notte passerà, che un’alba sorgerà, che l’arcobaleno splenderà.
Al netto delle frasi che producono anche una allegoria, siamo quasi tutti certi che un tempo nuovo, diverso, non sappiamo se migliore o peggiore, ci attenderà.


Ed eccomi qui, a raccontare queste giornate prive di tutto, niente baci, abbracci, carezze, senza chiacchiere davanti una tisana o un aperitivo.
Un tempo senza le nostre espressioni corporee (finalmente mi verrebbe da dire, visto che gesticolare e toccare l’altro mentre si parla è insopportabile) ma un tempo pieno di emotività, di responsabilità, di sguardi che raccontano il nostro io altalenante tra lo sconcerto, la paura, lo stress, la speranza.

 
L’emergenza ci ha fatto capire che non è solo sanitaria, che non è solo economica, è umana.
Si, perché siamo incapaci a tenere i nostri istinti a bada, siamo incapaci ad apprezzare le cose semplici della vita come un libro, un film, una torta fatta in casa…. Siamo incapaci ad ascoltarci e ad ascoltare un tempo che ci ha messo spalle al muro.
Non sappiamo quando ne usciremo e come, sappiamo che ne usciremo tutti profondamente diversi.
Si è svelata, in un sol colpo, con tutta la sua prepotenza la fragilità di donne e uomini che sono alla ricerca di verità (la loro), di untori, di ricette mediche, c’è chi grida all’Apocalisse.


Le bacheche dei social sono piene di icone, di Santi, le catene di preghiere si accavallano su whastapp.
Una cosa è certa: abbiamo bisogno di riprendere in mano la cultura, di leggere fino allo sfinimento, che nessun Santo, nemmeno Dio o la Madonna, potranno essere così caritatevoli di fronte all’ignoranza dilagante.
Questo tempo scomposto ci ha dato una lezione: abbiamo perso di vista le cose importanti, essenziali, della vita. Abbiamo messo al primo posto la vanità, l’egoismo, anteposto l’io al noi.
Abbiamo creduto di essere invincibili, forti, immortali, capaci di guidare come e dove volevamo.
Questo tempo passerà, quale prezzo pagheremo non è dato saperlo. È certo che ognuno di noi racconterà la sua storia con occhi diversi.
La superficialità resterà a chi di quella si nutre per dimostrare che la sua vita è piena di nulla.

Rossana Titone