Crolla accusa inquinamento suolo da zinco e rame alla Cantina sociale Paolini.
Il Comune ha revocato l’ordinanza con cui lo scorso 30 gennaio, a seguito di una relazione dell’Arpa di Trapani, imponeva alla Cantina sociale Paolini l’attivazione delle “misure di prevenzione e di messa in sicurezza a seguito di inquinamento del suolo”. Adesso l’accusa è caduta. Vediamo perché.
A spiegarlo è il presidente della cantina, Gaspare Baiata, che afferma: “I livelli di contaminazione contestati a seguito dei campioni prelevati dall’Arpa lo scorso 9 settembre, in piena vendemmia, risultavano superiori ai valori di concentrazione della soglia se si fosse trattato di una zona residenziale o verde pubblico o privato.
La cantina, però, è zona industriale, dove i livelli consentiti dalla legge sono cinque volte superiori. Quindi, noi siamo ampiamente al di sotto dei livelli di soglia e sulla base di questo il Comune ha revocato il precedente provvedimento”.
Con il provvedimento del 30 gennaio si ordinava al presidente Baiata, nella sua qualità di legale rappresentante della nota cantina vinicola di contrada Gurgo, di trasmettere, entro trenta giorni dalla notifica dell’ordinanza, al Comune di Marsala, nonché al settore Prevenzione e Tutela Ambientale del Libero Consorzio comunale (ex Provincia) e all’assessorato regionale Territorio e Ambiente, il “piano di caratterizzazione dei terreni interni ed esterni limitrofi all’opificio”.
Ed inoltre di “mettere in atto tutti i successivi e complessivi percorsi tecnico amministrativi al fine dell’ottenimento dell’autorizzazione regionale che costituisce, ove ottenuta, l’assenso per tutte le opere connesse alla caratterizzazione”.
Nell’ordinanza, si sottolineava che l’inottemperanza a quanto disposto dal sindaco comporterà la comunicazione all’autorità giudiziaria e l’applicazione delle sanzioni previste dalla legge. Il presidente della Cantina Paolini, però, ha immediatamente dato incarico al biologo Fabio Marcianò, specialista in consulenza ambientale, che con una dettagliata perizia ha dimostrato che i livelli di contaminazione del suolo da rame e zinco erano di gran lunga al sotto delle soglie previste dalla legge per le zone industriali.
E sulla base di questa perizia, l’Arpa ha inviato un’altra relazione al Comune, che ha avuto come conseguenza la revoca della precedente ordinanza. Tirato un sospiro di sollievo, il presidente della Cantina Paolini dichiara: “Stiamo spendendo un milione di euro per un impianto di depurazione delle acque reflue che è già funzionante.
Acque che potranno essere utilizzate a fini irrigui e anche per pulire il piazzale della cantina. Inoltre, attendiamo l’autorizzazione del Ministero per le Politiche agricole per utilizzare i fanghi come concime da spargere nei campi”.