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15/03/2020 08:15:00

Magistrati onorari sfruttati e mal pagati minacciano di incrociare le braccia

 “Non possiamo più sottostare a questa condizione di schiavitù”. Ad affermarlo è Sabrina Argiolas, rappresentante regionale di Unimo, l’Unione nazionale italiana magistrati onorari.

Da anni, sulle loro spalle si regge una buona parte del sistema giustizia in Italia. Eppure, a fronte dei notevoli carichi di lavoro, i compensi economici, commisurati al numero di udienze svolte, sono davvero esigui (come, del resto, anche nel caso di precari operanti in altri settori).

I magistrati onorari sono avvocati che svolgono le funzioni di pubblico ministero (vpo) e giudici (got) nei processi che si celebrano, anche per reati di un certo rilievo, al monocratico. Migliaia di processi che senza la loro opera non si potrebbero tenere. Da anni, vpo e got chiedono un trattamento economico un po' più decente, contributi previdenziali e ferie. E per questo, negli anni scorsi, qualche volta sono anche scesi in sciopero. La loro situazione, però, non è cambiata e il malumore è aumentato. E si minaccia di nuovo lo sciopero. Tanti sono anche i magistrati onorari che operano nei Tribunali di Marsala e Trapani. E da anni, sia nel penale che nel civile, mandano avanti il sistema. Come più volte riconosciuto dai magistrati togati. A Marsala, nel penale i giudici onorari Bruno Vivona, Mario Faillaci, Giorgio Lo Verde, Giuseppina Montericcio ed Ernesto Vallone, mentre i vpo (vice procuratori onorari) sono Ignazia Uttoveggio, Raimonda Albertini, Antonina Alessandra Calò, Angela Cardella, Francesca Antonia Filippa Ferro e Mariarita Signorato. Nel civile, invece, i giudici onorari sono Matteo Torre, Tiziana Barone, Marcello Bellomo, Monica D’Angelo, Marchesina Palermo, Filippetta Signorello, Sebastiana Zuppardi. Alla Procura di Trapani, i vpo sono Caterina Adamo, Rosaria Arcudi, Giacomo Barbarino, Laura Firinu, Domenico Giacalone, Sabrina Lodato, Monica Longo, Marta Martinelli, Angelo Martino, Chiara Montagnani e Rosa Angela Tumbarello. In Tribunale, invece, nel penale i got sono Rossana Cicorella, Francesco Maria Giarrusso, Benedetto Giordano, Gaspare Sammartano e Patrizia Satariano, mentre nel civile Giovanni Campisi, Raffaella Chirco, Mariagiovanna Ferraù, Caterina Linares, Antonino Marra, Giovanna Orlando, Adele Pipitone e Daniela Torre. “La magistratura onoraria – dice Bruno Vivona - auspica da anni che si metta mano ad una riforma seria che garantisca i più elementari diritti in materia sindacale (malattia, infortunio, assenza per maternità, ferie). Si tratta di professionisti che nel penale come nel civile esercitano la giurisdizione, fianco a fianco con i magistrati togati, smaltendo una mole di lavoro sotto il profilo quantitativo e qualitativo non indifferente. Senza la magistratura onoraria, che va considerata una preziosa risorsa e non un peso, il sistema si troverebbe al collasso. Lo Stato che punisce il caporalato non può disattendere elementari principi di diritto sindacale”. Lo scorso dicembre, tutte le sigle sindacali della magistratura onoraria, dopo l’incontro romano con il ministro Bonafede, hanno inviato una nota al Guardasigilli per esternare il loro malcontento e tornare a chiedere un "dignitoso riconoscimento economico". A vpo e got vengono pagati 98 euro lordi (70 netti) ogni cinque ore di udienza. Niente contributi previdenziali e maternità. “E non viene riconosciuto nulla – evidenzia un vpo – per tutto il lavoro di studio dei vari fascicoli”. Intanto, proprio venerdì scorso, un importante riconoscimento all’opera svolta dai magistrati onorari è arrivato dalla Giunta esecutiva centrale dell’Anm, che in una nota sulle problematiche provocate dall’emergenza sanitaria “coronavirus” scrive: “Nel riconoscere infine il grande e, talora, indispensabile apporto che i magistrati onorari hanno offerto al servizio Giustizia , si augura che venga adottata ogni misura utile a compensare la forzata interruzione del loro servizio e garantire il recupero dell’efficienza alla ripresa dell'attività giudiziaria”. Nei giorni scorsi, inoltre, tutte le sigle sindacali di categoria hanno inviato una nota congiunta al Presidente del Consiglio, al ministro della Giustizia, al Mef e a tutti i presidenti di Tribunale con cui si invitano costoro a trovare una soluzione alla problematica dei magistrati onorari, riconoscendo loro innanzitutto una “retribuzione fissa mensile”. Oltre alle tutele assistenziali e sanitarie. Ieri, Sabrina Argiolas, rappresentante regionale di Unimo, ci ha dichiarato: “Veniamo pagati soltanto se teniamo udienza. E se in questo momento dovessimo incappare nel coronavirus, ce ne dovremmo stare a casa per 15 giorni senza guadagnare nulla. Lo stesso in caso di maternità. Emerge, quindi, ancora di più qual è la nostra disperata condizione. Per lo Stato non siamo dei lavoratori, ma dei volontari. Non si tiene conto del fatto che se anche facciamo due udienze a settimana, lavoriamo lo stesso tutti i giorni, anche la domenica, per studiare le carte dei processi al fine di chiedere o emettere sentenze. Eppure, stando così le cose, non avremo mai neppure la pensione”.