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21/03/2020 07:00:00

La scuola in casa. Ma non tutti ce la fanno

 Di Rossana Titone - Didattica a distanza, la formazione subisce uno stravolgimento nel momento stesso in cui questo Paese non era pronto a sostenere una innovazione capillare per ogni ordine e grado.

Lo sforzo per i ragazzi è immane, per le famiglie pure, gli insegnanti si stanno adattando ad una formula che magari avrebbero voluto prima sperimentare e chissà pure perfezionare.
Le stanze di casa sono diventate aule, al momento non ci sono alternative e non è consentito lamentarsi.
Come in ogni emergenza anche questa situazione va affrontata, purchè nessuno resti indietro.


Il nocciolo della questione è proprio questo: quante famiglie hanno una connessione dati sufficiente? Quanti hanno un pc? Ma soprattutto quanti di questi ragazzi e bambini hanno dei genitori capaci a spiegare lezioni, equazioni e così via?
A pagarne il prezzo la classe sociale fragile, i quartieri poveri.

I genitori sono allo stremo delle loro forze, a ragione. Perché per troppo tempo hanno delegato alla scuola, e agli insegnanti pure, quelle prerogative che sono di una famiglia, di due genitori.
La scuola è formazione non esclusivamente educazione, la scuola non è un baby parking.
In questo tempo eccezionale ed emergenziale, genitori e figli studenti, sono chiamati a sperimentare una didattica digitale mista al tempo della pazienza e della costanza.


La vera, ed unica, difficoltà materiale è costituita dalla tecnologia, da quanti pc o tablet si hanno a casa e di che tipo di connessione si abbia per garantire lezioni.
In presenza poi di più figli la situazione diventa complicata, ecco perché l’Italia è impreparata ad affrontare l’emergenza.
Lo si dica, il settore della Pubblica Istruzione insieme alla Sanità sono i due segmenti nazionali che hanno negli anni subito maggiori tagli a discapito, quindi, della formazione e della salute pubblica.
Scuola e Sanità sono i due pilastri portanti di ogni Paese.


Finita la quarantena la politica non potrà dimenticare le vere necessità dell’Italia, da nord a sud, perché il tempo dell’essere sprovveduti può graziare solo una volta.