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23/03/2020 07:04:00

L’emergenza coronavirus cambia anche la raccolta differenziata

 L’emergenza coronavirus cambia anche la raccolta differenziata, a stabilirlo è una direttiva dell’Istituto Superiore della Sanità.

Chiunque si trovi in quarantena domiciliare o sorveglianza speciale, poiché risultato positivo al Covid-19, avrà l’obbligo di non attenersi più alla differenziata ma di conferire il rifiuto, come indifferenziato, in un unico sacchetto che a sua volta dovrà essere inserito in almeno altri due sacchetti, senza spingere il contenuto interno, avendo l’accortezza di smaltirlo tutti i giorni e di chiudere il sacchetto con dei guanti monouso che poi dovranno essere immediatamente smaltiti per poi passare al lavaggio delle mani.

Le regole sono stringenti e riguardano tutti i Comuni d’Italia indipendentemente dalle aziende che effettuano il ritiro, che si sono dovute adeguare alla normativa.

La direttiva dell’Istituto tuttavia non dice e non regola lo smaltimento successivo.

Ci si chiede, pertanto, come va smaltito questo indifferenziato che di fatto costituisce rifiuto a rischio infettivo?

Al momento finisce in discarica, opportunamente, invece, dovrebbe essere trattato come rifiuto sanitario e quindi termodistrutto.

Ciò che non viene evidenziato è che se si è positivi al Coronavirus ovvero ci si trova in quarantena obbligatoria i rifiuti prodotti presso le abitazioni di tali soggetti dovrebbero essere considerati al pari di quelli ospedalieri, quindi smaltiti presso le aziende specializzate in tal senso.

E gli operatori che raccolgono tale rifiuto dovrebbero avere tutti i dispositivi di sicurezza per la raccolta di quel rifiuto che andrebbe trasportato,

stoccato e poi termodistrutto.
Al momento va a finire in discarica.