Osservare le regole del momento è di vitale importanza per tutti, farlo adesso significa tornare a disegnare il futuro, quello qui vicino a noi.
Oggi non si può passeggiare, non ci si può soffermare ad ammirare il mare o il ramo di un mandorlo in fiore, oggi è difficile pure farsi attraversare da un raggio di sole.
Restrizioni che mai avremmo immaginato ma che ci sono piombate addosso, con cui dobbiamo fare i conti, anche se la nostra psicologia è messa alla prova abbiamo innanzi nuovi paesaggi su cui camminare.
La primavera del 2020 sarà ricordata per la più sconvolgente, per quella stagione che ha donato i fiori e i colori ma che li ha preservati, li ha curati tenendoli lontano dall’uomo.
In fondo, pensateci, la natura si è ripresa rigogliosa i suoi spazi che noi le abbiamo sottratto senza averne cura, senza pensarci, come se tutto fosse dovuto e scontato.
Abbiamo distrutto l’ecosistema, il cambiamento climatico gridava la sua rabbia e noi non abbiamo fatto altro che leggere quel grido ma non vi abbiamo posto rimedio.
Il conto è stato presentato adesso.
Non c’è alcuna connessione, lo dicono gli scienziati, tra la diffusione del virus e le questioni ambientali, tuttavia la connessione deve essere in noi, dobbiamo renderci conto che abitiamo un mondo che va rispettato e tutelato, non sciupato e vilipeso.
E quando tutto finirà non torneremo alla normalità, no.
Quella non era la nostra normalità, ci guarderemo attorno, ci alzeremo, pianificheremo il nostro oggi, non scricchioleremo più di fronte a scemenze.
Avremo sorrisi diversi, migliori, senza filtri, gioiremo dei giorni piovosi e con prepotenza sentiremo quelli estivi.
Avremo i fiori negli occhi, si.
Ce lo dobbiamo.